La signora Palma da Pescara scrive alla rubrica L’Opinione Risponde ([email protected]) per un consiglio riguardo un grave problema familiare. Il figlio Alberto, da qualche mese disoccupato, soffre di ludopatia. La signora ci racconta che il figlio era molto nervoso a causa della perdita di lavoro, e quotidianamente le faceva richiesta di denaro. La signora concedeva al figlio una somma di 50 euro al giorno, pensando che il ragazzo quarantenne, li spendesse per un corso che diceva frequentare. Attualmente la signora ha dovuto bloccare il conto bancario anche perché, durante la notte, Alberto si impossessava del bancomat e prelevava somme oltre i mille euro che spendeva nelle sale giochi, per poi riposizionarlo allo stesso posto. La questione è molto difficile da affrontare e a tale proposito abbiamo richiesto la consulenza della dottoressa Stefania Cacciani, psicologa, psicoterapeuta e criminologa, che cosi risponde:
“Cara signora Palma, comprendo il suo sconforto e la sua preoccupazione per il figlio Alberto, in quanto il gioco d’azzardo o ludopatia è un disturbo psicologico che rientra nella categoria diagnostica dei disturbi del controllo degli impulsi ed è stato incasellato nel Dsm-5 (Manuale diagnostico per psicologi e psichiatri) nella categoria delle dipendenze comportamentali”.
La Cacciani sottolinea che “il giocatore patologico mostra una crescente perdita di controllo nei confronti del gioco, tale da aumentarne la frequenza nell’improbabile tentativo di recuperare le perdite di denaro, che spesso lo portano ad avere debiti e alla continua ricerca di soldi (in modo lecito o illecito). Chi gioca, si illude di tenere sotto controllo la sua attività ludica, sottovalutando il suo problema a sé e agli altri. Come è accaduto a suo figlio, il vizio del gioco si innesca maggiormente nei periodi di crisi (esistenziale, economica, relazionale), in quanto si pensa erroneamente che giocando si possa porre fine ai propri problemi finanziari, sentimentali o sociali in quanto ci si distrae (per un periodo di tempo) dai reali problemi quotidiani e ci si immerge in un mondo a parte senza pensare, allontanando momentaneamente le problematiche della vita”. Ecco l’invito della Cacciani: “Signora Palma, credo che suo figlio abbia bisogno di avere con urgenza un colloquio psicologico, e, da quello che mi racconta, probabilmente avrebbe necessità di seguire una terapia psicoterapica cognitivo-comportamentale per restituirgli fiducia in sé, autostima e che lo possa accompagnare nel suo cammino al di fuori della ludopatia”.
Aggiornato il 27 luglio 2020 alle ore 11:57