Auguri a Giorgio Armani, che in questi giorni ha spento 86 candeline. Il grande stilista, che costituisce uno dei capisaldi più originali della moda internazionale, nasce infatti l’11 luglio. Il suo nome è famoso per aver saputo fondere sapientemente i due generi maschile e femminile ed uno dei suoi vanti è stato indubbiamente la decostruzione della giacca. Egli ha dato il via ad un concetto di eleganza e di gusto per le cose sobrie, essenziali e discrete, che ancora oggi resta un cult. Parlare di Giorgio Armani significa proporre tessuti fluidi, morbidi, ma nel contempo sapientemente controllati e ricercati. Ha creato infatti uno stile: negli anni Ottanta ha osato “slegare” le donne milanesi con le sue giacche destrutturate, con i pantaloni larghi, i colori lontano dallo stucchevole pastello. Non ha mai frequentato una scuola dell’Arte ma è stato un autodidatta, un attento ed acuto osservatore sempre alla ricerca di qualcosa di innovativo.
Il suo primo lavoro fu dedicato alla Rinascente ma la sua esperienza nel campo della moda risale al 1965, quando ridisegnò i modelli della linea Cerruti per il marchio Hitman. E quando si accorse che quell’esperienza stava volgendo al termine, ecco l’incontro con Sergio Galeotti, direttore dell’Uomo Vogue. Fu appunto questi a convincere Armani a lasciare Cerruti: così, nel 1975, assunse i panni dell’imprenditore. Quegli anni furono molto difficili per l’Italia, che tentava di diventare la capitale dello stile. Stiamo parlando degli anni di piombo, un periodo difficile in cui vennero compiuti innumerevoli atti di violenza. Pertanto, nella cronaca dell’epoca, la moda non interessava a nessuno, tanto meno alla carta stampata. Ma Giorgio Armani, proprio nel 1975, presentò la sua prima collezione e all’inizio le sue creazioni furono scelte prevalentemente da artisti, attori e architetti. Tre anni dopo ecco la sua consacrazione: il 4 aprile del 1978 Diane Keaton ricevette l’Oscar per la sua interpretazione in Io e Annie di Woody Allen e salì sul palco indossando una giacca firmata Armani. C’era molta sensualità nella sua moda, con le spalle ampie e morbide, i revers sottili e la vita stretta.
Furono molti infatti le attrici e gli attori, da Diana Ross a Monica Vitti, da Dustin Hoffman a Franco Nero, passando per Jack Nicholson, a prediligere i suoi abiti. La moda di Armani divenne inarrestabile: conquistò tutti! Anche John Travolta, oggi affranto dalla scomparsa della amata moglie, che alla fine degli anni Settanta visse un momento di grande popolarità con i successi dei film La febbre del sabato sera e Grease, scelse lo stile di Armani. Ricordiamo anche Richard Gere nel film Gigolo, che in una scena cult sceglie i completi dello stilista abbinandoli. E l’ascesa a sex symbol dell’attore iniziò proprio con quella pellicola. Nel 1987 un altro grande successo: disegna i costumi di scena per i protagonisti del film Gli intoccabili di Brian De Palma.
Un cast eccezionale, composto da Sean Connery, Kevin Costner, Billy Drago, Andy Garcia e Charles Martin Smith. Il film vince un Oscar per i migliori costumi e riflette al meglio lo stile di Armani che spesso trova ispirazione negli anni Trenta-Quaranta. Come non citare inoltre la bellissima Michelle Pfeiffer che agli Oscar per Scarface del 1989 indossò una lunga gonna con una giacca Armani. Nel 1990 un articolo del Wall Street Journal definì lo stilista italiano come “il conquistatore di Manhattan”. Oggi certamente possiamo affermare che Armani, grazie al suo rigore ed alla lungimiranza, ha conquistato non solo la “Grande Mela” ma le principali metropoli della moda nel mondo e le sue creazioni continuano a farci sognare.
Aggiornato il 15 luglio 2020 alle ore 13:42