
Via col vento è adesso considerato un film razzista perché ambientato negli Stati confederati durante e poco dopo la Guerra di secessione, e narra le vicende accadute in una famiglia di proprietari terrieri di ascendenza irlandese.
Ovviamente questo non viene perdonato in nome del politically correct, e la povera Mami, la domestica oversize (grassa potrebbe risultare offensivo) di colore (pare che “negra” non si possa scrivere eppure così è), resta impressa a tutti per la sua simpatia e seppure decorata da un Oscar, viene cancellata come simbolo del razzismo colonialista.
Inutile discutere e voler far comprendere a chi si arrocca sul volersi ergere a eterno e assoluto censore della moralità, che gli Stati Uniti hanno definitivamente eliminato ogni forma di discriminazione razziale dalla loro società – sulla carta – soltanto negli anni Sessanta e che in ogni altro settore dell’immagine e della comunicazione americana, per molto tempo, bianchi e neri (negri) hanno convissuto nel medesimo ambiente.
Ecco allora che sarebbe razzista il nerboruto e molto abbronzato, di colore, Lothar, la guardia del corpo di Mandrake, il personaggio dei fumetti creato da Lee Falk negli anni Trenta, che veste una pelle di leopardo e un fez. Quasi un “ascaro”. Servo fedelissimo del suo magico eroe.
Abbiamo poi il notissimo Tarzan, circondato da popolazioni africane con le quali di volta in volta lotta o si allea, tutti neri ovviamente. Vogliamo poi dimenticare il misterioso e imprendibile The Phantom, da noi noto come “L’uomo mascherato”, anch’egli spesso alle prese con tribù africane o comunque non proprio di “razza bianca caucasica”?
Definizione quest’ultima ancora oggi in uso presso le forze di polizia statunitensi, in quanto necessaria per l’identificazione dei soggetti durante gli interventi di ordine pubblico. Nel primo terzo del secolo scorso era assolutamente normale tra gli scrittori considerare i loro personaggi come appartenenti a differenti razze ed etnie, ecco quindi che in una popolazione già allora multietnica, “gialli”, “bianchi”, “rossi” e “negri” coesistevano, ognuno con le proprie caratteristiche peculiari. Il cinese o comunque l’orientale in genere, arabi compresi, è quasi sempre incline all’agire in maniera subdola, i pellerossa custodiscono talvolta innominabili segreti od oscure pratiche e i “negri” sono bruti da tenere a bada.
Robert E. Howard, in quel tempo, in Texas, scriveva mirabolanti avventure in terre selvagge abitate da popoli di colore cannibali e feroci. Era il momento dei Pulp, era l’America post Grande depressione e prima della Seconda guerra mondiale. Soltanto i nazisti prima e il bolscevismo comunista dopo avrebbero sostituito, infine, le altre “razze” nell’immaginario collettivo della classe wasp.
Luoghi comuni, archetipi narrativi, certamente esemplificazioni di maniera che oggi fanno sorridere e che si rigettano, ma bisogna considerare sempre quale fosse al tempo la vulgata americana, forse ancor più estrema di quella di un popolo, quello italiano, che cantava canzonette come Faccetta nera o la più allusiva Ziki-paki Ziki-pu.
Non eravamo più razzisti e colonialisti degli inglesi, non più dei loro cugini d’Oltreoceano, non peggiori dei francesi né dei Boeri. Il mondo era diverso da questo nostro odierno, ossessionato dall’ideologia del politicamente corretto in qualsiasi sua manifestazione. Ovunque, su qualsiasi cosa che esuli dalla dittatura del pensiero unico, si ergono vindici le stridule grida del femminismo più oltranzista, si urla subito all’omofobia per qualsiasi battuta dei vecchi film comici dei nostri anni Settanta, quelli con Lino Banfi ed Edwige Fenech per intenderci, dimenticando che allora si viveva in una società meno oppressiva, meno puritana e più libera e non soltanto libertaria di quella finta che vogliono farci ritenere migliore e nella quale stiamo immersi sino al collo.
Quindi non vedremo più Rossella O’Hara nel tramonto di Tara, non sentiremo più Rhett Butler dire “francamente me ne infischio” e men che meno sentiremo ancora Mami parlare con la cadenza strascicata di una lingua inglese storpiata, mentre tra poco verranno cancellati tutti i cattivi di colore della saga cinematografica di James Bond, anche lui bianco, europeo e soprattutto, inacettabilmente, maschio ed eterosessuale.
Aggiornato il 11 giugno 2020 alle ore 13:03