
Settantacinque anni, Sergio Mattarella e uno sciopero di due giorni con l’aggiunta di altri 10 programmati se l’azienda non ritirerà o modificherà “gli inaccettabili ulteriori sacrifici chiesti ai giornalisti”. Non è la prima volta che l’Ansa, tra le cinque agenzie di stampa più importanti del mondo, versa in difficoltà. Ma questa volta le misure annunciate dall’azienda (una società cooperativa privata tra gli editori di 50 quotidiani) sono “sproporzionate”, come precisa la Fnsi, rispetto alle pur innegabili criticità create dalla crisi degli ultimi tempi”. Nella fase eccezionale che il paese sta attraversando non è accettabile che a pagare le conseguenze siano soltanto i giornalisti che stanno lavorando spesso in condizioni precarie. “È singolare, osserva il segretario della Federazione della stampa Raffaele Lorusso, che mentre il governo ha trovato le risorse per prorogare le convenzioni con le agenzie di stampa (oltre l’Ansa, anche Agi, Adnkronos, Asca, Dire) un’azienda come l’Ansa annunci “un piano lagrime e sangue che oltre a penalizzare la redazione e i suoi collaboratori, rischia di pregiudicare la qualità e la quantità d’informazioni che è tenuta ad assicurare proprio in forza dei contratti stipulati con lo Stato”.
L’assemblea dei giornalisti Ansa ha deciso di scioperare sabato e domenica 17, ritendo “inaccettabile il piano prospettato dall’azienda per recuperare i mancati introiti derivanti dall’emergenza sanitaria del coronavirus. Un indebolimento quello prospettato che appare ancor più inconcepibile alla luce del riconoscimento della funzione che le istituzioni hanno tributato all’agenzia in questa delicata fase del paese nella quale il lavoro della redazione è stato unanimemente ritenuto indispensabile nella lotta alle fake news”. Meno di tre mesi fa in occasione dei 75 anni di vita il capo dello Stato Sergio Mattarella aveva considerato l’Ansa “lo strumento con cui si è affermata la libertà di stampa e d’informazione nel nostro paese” aggiungendo “questa formula delle agenzie di stampa che intende garantire l’informazione agli organi d’informazione conferisce un carattere pubblico a questa attività. Presenti il direttore Luigi Contu, il presidente Giulio Anselmi, l’amministratore delegato Stefano D’Alessandri e tutta la redazione Mattarella aveva parlato della necessità di sostegno da parte delle istituzioni perché “la libertà di stampa è tra i principi portanti della democrazia e della nostra Costituzione”.
L’agenzia Ansa si è inoltre sempre distinta nella verifica delle notizie e vale ancor più oggi nella stagione delle fake news con cui è facile costruire notizie e titoli che possano disorientare e non corrispondere alla realtà. Fornire sempre notizie tempestive, con credibilità e autorevolezza significa sconfiggere le tentazioni di rincorrere notizie senza aver fatto prima le verifiche. L’assemblea dei giornalisti critica i vertici aziendali che intendono raggiungere il pareggio di bilancio scaricando i costi sui redattori e ancor peggio sui collaboratori, ipotizzando che tutto si debba fare entro il 2020. Osservando quanto successo negli ultimi 15 anni si vede che l’Ansa ha subito progressivi tagli di organico e fatti sacrifici economici, rendendo palese che l’assetto proprietario immaginato 75 anni fa per garantire al paese una fonte di notizie imparziale e indipendente “è ormai del tutto inadeguato ai tempi”. I giornalisti hanno chiesto al governo l’apertura di un tavolo di confronto per impedire scelte che mettano a rischio uno dei principali pilastri del sistema informativo nazionale.
Aggiornato il 18 maggio 2020 alle ore 12:52