Cinquecentosessanta milioni di euro. Sarebbe questa la cifra record che il Qatar avrebbe offerto per acquistare la Società Sportiva Calcio Napoli. Nessuna smentita è giunta sinora dal club partenopeo: il presidente, Aurelio De Laurentiis, ci sta pensando? I tormenti d’inizio stagione della sua squadra potrebbero in effetti indurlo a mollare la presa e a disfarsi di quello che per il magnate del cinema sembra essersi trasformato da una gioia a un pesante fardello dal punto di vista gestionale.
Se De Laurentiis, legittimamente, intende davvero porre fine alla sua avventura da presidente del Napoli, lo faccia però in un’altra maniera. Ovvero, non vendendo uno dei principali club italiani agli emiri del clan Al Thani, perché questi lo utilizzerebbero come volano per fare di Napoli un proprio feudo personale e non semplicemente per questioni legate agli affari.
De Laurentiis, impegnato in un tutt’altro settore, non avrà molto probabilmente sentito parlare di “Qatar Papers”, il libro inchiesta che descrive, prove e documenti inconfutabili alla mano, la strategia attuata da Doha al fine di propagare il fondamentalismo dei Fratelli Musulmani in tutta Europa, Italia compresa. Da un lato, business e investimenti; dall’altro, finanziamenti di moschee, associazioni, imam e militanti dediti al proselitismo e all’indottrinamento.
L’Italia, da nord a sud, è il paese in Europa dove il Qatar - attraverso la famigerata Qatar Charity - ha investito maggiormente in progetti di carattere religioso e culturale volti a favorire l’avanzata dell’agenda islamista. Ma l’allarme sollevato dall’uscita di “Qatar Papers” non ha per nulla scalfito le relazioni economiche tra Italia e Qatar, che sono anzi in costante crescita. Mentre non è stata imposta alcuna restrizione al sostegno di Doha a favore dei Fratelli Musulmani in territorio italiano, che prosegue indisturbato.
De Laurentiis tenga allora in considerazione che l’attenzione mostrata dagli emiri Al Thani verso il Napoli, va ben oltre gli interessi economici in ambito sportivo. È Napoli come città dove espandere la presenza religiosa dei Fratelli Musulmani il loro vero obiettivo, sotto la spinta di opportunità di business che da parte del Qatar non mancano mai.
Doha ha già stretto Roma nella sua morsa, con la compiacenza del Sindaco Raggi, accolta alla corte dell’emiro Tamim Al Thani con tutto il suo staff in un viaggio tenuto quasi segreto alla fine dello scorso marzo. Il contenuto dei colloqui si è poi scoperto a distanza di qualche mese, a settembre per la precisione, quando Raggi ha incontrato l’ambasciatore del Qatar in Italia, Abdulaziz Ahmed Almalki Al Jehani, per l’annuncio dello svolgimento di non meglio identificati progetti congiunti, “principalmente in ambito culturale”.
In quell’occasione, Al Jehani ha anche dichiarato apertamente l’interesse di Doha per l’acquisto della proprietà dell’A.S. Roma. Avranno parlato di questo i dirigenti del club giallorosso che hanno preceduto di qualche giorno la visita di Raggi in Qatar? L’A.S. Roma risulta comunque già inserita nelle strategie di penetrazione degli emiri Al Thani nella capitale d’Italia.
La compagna aerea di bandiera, Qatar Airways, campeggia dal 2018 sulle maglie della squadra di calcio come sponsor principale, sulla base di un accordo triennale del valore di 39 milioni di euro. Quadriennale invece è l’accordo tra l’AS Roma e Generation Amazing, ong qatariota attiva in ambito sociale, per “una collaborazione riguardante il mondo dell’istruzione, i digital media e l’uguaglianza di genere”, come precisato in un tweet della stessa società dell’italo-americano, James Pallotta, poco dopo l’incontro tra Virginia Raggi e Al Jehani.
Tematiche di grande attualità e dal volto “caritatevole”, esattamente quello che ci vuole per continuare nel rafforzamento della presenza del Qatar a Roma anche sul fronte religioso, dove spicca la moschea “Al Huda”, inaugurata nel 2015 nel quartiere di Centocelle. Costata oltre 5 milioni di euro, per la gran parte elargiti dalla Qatar Charity, la moschea funge da “hub” per i numerosi fedeli di religione islamica che vivono a sud di Roma ed è gestita dall’UCOII, l’organizzazione che - sempre secondo “Qatar Papers” - ha ricevuto dalla Qatar Charity quasi 50 milioni di euro nel solo biennio 2013-2014.
La città di Roma ha un significato fondamentale nella visione dei Fratelli Musulmani. Nelle parole del leader “spirituale” mondiale della Fratellanza, lo sheikh egiziano Youssef Al Qaradawi, riportate da “Qatar Papers” e proferite nel 2007 dai teleschermi di Al Jazeera, la famigerata emittente televisiva di Doha, “la conquista di Roma, la conquista dell’Italia e dell’Europa, significa che l’Islam tornerà in Europa ancora una volta. […] La conquista si farà con la guerra? No, non è necessario. C’è una conquista pacifica [e] prevedo che l’Islam tornerà in Europa senza ricorrere alla spada. [La conquista] si farà attraverso la predicazione e le idee”.
Alla predicazione e alle idee, il Qatar, già padrone del Paris St. Germain e organizzatore della contestatissima Coppa del Mondo 2022, ha aggiunto il calcio. Non crediamo che De Laurentiis intenda rendersi complice degli gli emiri Al Thani. Sarebbe davvero un brutto film.
Aggiornato il 16 novembre 2019 alle ore 00:02