La fissazione limita la conoscenza

Tutto il mondo scientifico corre a dimostrare che nulla è scollegato da nulla. Si asserisce già che un piccolo petardo che scoppia a Tokyo o New York abbia ripercussioni in ogni parte del mondo, compresi gli antipodi; del resto, lo prova anche la realtà della globalizzazione.

La scienza sta portando novità davvero incredibili e aggiungo finalmente perché, se arriva a farcele capire, arriva un po’ al limite; non tanto perché potrebbe essere tardi, ma perché abbiamo radicato in noi una tale quantità di fissazioni che ci vorrà come un miracolo per sradicarle.

Non è possibile sapere ciò che non si capisce e in più, se si tratta di capire qualcosa che avversa o rinnega una nostra fissazione, allora ci vorranno degli anni se non delle intere generazioni.

Sembra giunto il tempo d’intendere alcuni significati in maniera nuova o magari anche antica, ma con nuove concezioni in grado di dirci che certi concetti storici, come per esempio l’etica o la fede, non sono più solo concetti ma anche scienza. È possibile capire cos’è che permette di capire? Certamente sì, ma occorre limitare drasticamente l’emotività che “opprime” sempre la potenzialità dell’intelligenza. La possibilità di capire risiede in massima parte nell’universale binomio che vede unite l’intelligenza e l’umiltà.

Ora, posto che abbiamo almeno momentaneamente reso immune la nostra mente dal condizionamento della suggestione, proviamo a chiederci cosa sia la libertà. Alla voce libertà, il noto e autorevole Devoto-Oli recita che “si tratta di uno stato di autonomia essenzialmente sentito come diritto e come tale garantito da una precisa volontà e coscienza di ordine morale, sociale, politico...”. Insomma, la libertà deriva dall’esistenza di comportamenti responsabili e sensibili.

L’agape è amore superiore, fraterno, smisurato; viene utilizzato nella teologia cristiana per indicare l'amore di Dio nei confronti dell'umanità.

L’eros invece, tanto nei secoli quanto nelle latitudini, ha subito qualche variazione di significato e diciamo che è una sorta d’amore colmo di tornaconti. Ciò è umano, ma quando il tornaconto si crede più intelligente dell’intelligenza, allora ecco che la società va verso il declino.

In genere, accettiamo quietamente di non sapere ciò che esula dalle nostre mansioni lavorative e professionali ma, nel caso della politica, diventiamo spesso dei saccenti che credono di poter sindacare e sentenziare su tutto, perché intendono la loro visione delle cose come verità unica e universale.

Può esistere la libertà svincolata dall’intelligenza? Umiltà e sentimenti sono spesso battuti dall’egocentrico individualismo, ma la scienza ci offre oggi un motivo pratico per ritornare all’amore.

Se tutto è collegato a tutto, come afferma la fisica quantistica, allora i vantaggi immediati di un’azione egoistica, saranno sopraffatti in futuro dai suoi stessi effetti negativi. Non esistono già infinite realtà che lo dimostrano? E di queste realtà, non fa parte anche la politica?

Aggiornato il 19 settembre 2019 alle ore 13:15