Sanità militare e sanità civile si confrontano sulla stomia. E su tutte le complicazioni e le difficoltà pratiche che comporta l’abboccamento di un tratto dell’intestino alla parete addominale, una tecnica (ileostomia) impiegata in particolare nella chirurgia delle malattie infiammatorie intestinali, mentre la colostomia in quella delle neoplasie soprattutto rettali.
In Italia vivono attualmente circa 75mila persone stomizzate, un dato che si basa su rilevazioni statistiche effettuate in autonomia da aziende o associazioni del settore, in quanto il nostro sistema sanitario non si è ancora dotato di un Registro nazionale che consenta una seria e puntuale raccolta di dati.
Su questo specifico aspetto si tiene oggi a Roma, presso il Circolo Ufficiali della Marina Militare in Lungotevere Flaminio 45/47, il convegno dedicato al tema: Stomie: sanità militare e sanità civile a confronto. Dati epidemiologici ed expertise a confronto, promosso da Schult’z Risk Centre, gruppo che in Italia e all’ estero si occupa dell’attività di valutazione e analisi dei rischi in ambito sanitario e medicale.
“Questo appuntamento scientifico - spiega il professor Luigi Pastorelli, fondatore dello Schult’z Risk Centre - è il primo tentativo di esaminare le potenzialità del travaso di esperienza dalla sanità militare a quella civile. E di inserire nelle piccole e medie imprese ex militari stomizzati, che possono dare un grosso contributo con le loro competenze. Inoltre è l’occasione per proporre al decisore, al ministero della Sanità, alla Conferenza delle Regioni e ad Agenas-Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali l’attivazione del Registro nazionale degli stomizzati, che attualmente non esiste. Ciò permetterebbe di far conoscere e quantificare l’impatto economico di tale patologia sul nostro welfare”.
Proprio nel corso del convegno verrà presentata una proposta di disegno di legge redatta dal professor Pastorelli e dal professor Angelo Paletta. La proposta è tesa a valorizzare da una parte il qualificato know-how dei militari che vanno in congedo a seguito dell’intervento di stomia o di altre neoplasie, tramite il loro reimpiego temporaneo da parte di piccole e medie imprese e in particolare da parte di start up operanti nel settore sanitario e medicale, che usufruirebbero di specifiche agevolazioni fiscali e previdenziali.
“È davvero importante questa collaborazione tra sanità militare e civile – conferma Maria Pia Garavaglia, presidente dell’Istituto superiore di studi sanitari “Giuseppe Cannarella” – Con il confronto si portano a conoscenza dell’opinione pubblica le difficoltà degli stomizzati nella vita di tutti i giorni. È anche un momento solidale per uno scambio reciproco di buone pratiche relative al post intervento. In questo senso il Registro nazionale sarebbe utilissimo non sono per la raccolta e la consultazione dei dati, ma anche per rispondere meglio alle esigenze dei cittadini”.
Nel corso dell’appuntamento romano, verranno sottolineati i diversi aspetti della vita degli stomatizzati. L’intervento, che prevede l’utilizzo di un sacchetto di raccolta, ha infatti un notevole impatto sulla qualità di vita del paziente per il disagio fisico e psicologico nell’accettare il mutamento della propria immagine corporea e richiede grande capacità di adattamento e accettazione che si raggiungono solo mediante un supporto esterno da parte dei familiari e dall’approccio integrato dei sanitari.
Aggiornato il 25 giugno 2019 alle ore 13:33