Basta con le manifestazioni “dopo”

Sarebbe opportuno smettere di manifestare “dopo” anziché evitare che le tragedie avvengano.

Eppure è sempre così: tutti a manifestare dopo il crollo di qualche stabile costruito in una zona pericolosa, tutti con le fiaccole in mano quando accade qualche episodio di cronaca in un Paese dove tutti conoscevano (facendo però finta di nulla) le situazioni di disagio alla base del misfatto, tutti a scioperare quando si muore sul posto di lavoro mentre nessuno (prima) ha denunciato le condizioni di sicurezza al limite del codice penale.

Siamo, insomma, il Paese del “dopo”. E questo costa parecchio, oltre che in termini di vite umane che è l’aspetto più importante, anche dal punto di vista economico. Nessuno controlla sull’abusivismo edilizio, l’ordine pubblico è abbandonato a sé stesso ed alla legittima difesa, nessuno controlla l’applicazione delle norme atte a salvaguardare l’incolumità di chi lavora e così via dicendo.

È un dato di fatto: mentre chi sa continua a tacere e poi manifesta, chi delinque continua a farlo impunemente, chi lavora continua a morire.

Aggiornato il 03 maggio 2019 alle ore 13:41