Margiotta (Confsal): “No al sindacato unico, serve intesa unitaria senza esclusioni”

Il segretario generale della Confsal, Angelo Raffaele Margiotta, dal palco di piazza del Plebiscito a Napoli – dove la quarta confederazione italiana, quella autonoma, ha celebrato la Festa del Primo Maggio – ha replicato alla proposta lanciata dal segretario della Cgil Maurizio Landini rilanciando il progetto di un Patto sociale per lo sviluppo.

“Al Paese non serve un sindacato unico. Dobbiamo piuttosto lavorare ad una intesa unitaria per il lavoro tra forze sindacali diverse ed autonome fra di loro, senza esclusioni di sorta. Un’intesa che coinvolga tutti gli attori del sistema Paese, con l’obiettivo di valorizzare il lavoro pubblico e quello privato, di stimolare la crescita economica, di far ripartire l’occupazione, attraverso politiche a misura della persona e a misura dell’impresa”.

Accanto a questo, Margiotta ha ribadito le sue critiche al reddito di cittadinanza, che si è rivelato “una misura valida sul fronte del contrasto alla povertà, ma del tutto insufficiente sul lato del sostegno all’occupazione, come dimostrano le percentuali bassissime di giovani che hanno fatto domanda per accedere al beneficio. La proposta della Confsal è di lavorare ad una vera e propria fabbrica delle competenze, focalizzata sulla formazione delle professionalità maggiormente richieste dalle imprese e oggi di difficile reperibilità. La misura potrà essere finanziata anche attraverso una detassazione degli utili aziendali reinvestiti”.

Per quanto riguarda il salario minimo, per il segretario Confsal il tema è mal posto. Non si tratta, ha detto, “di stabilire una cifra al di sotto del quale i contratti non possono scendere, ma di fare in modo che anche i lavoratori senza contratto abbiano la certezza di una paga base. A questo scopo sarebbe più utile introdurre il salario garantito, ovvero l’applicazione a tutti i dipendenti, compresi quelli privi di tutele, come i riders, del minimo previsto dal contratto collettivo di riferimento del settore di attività, individuato sulla base della rappresentatività delle sole organizzazioni dei lavoratori, l’unica misurabile attraverso i dati sugli iscritti registrati presso l’Inps”.

 

Aggiornato il 02 maggio 2019 alle ore 16:19