Catania, arrestati 16 spacciatori nel Cara di Mineo

Il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro torna protagonista. Ancora una volta. Oggi la Squadra mobile di Catania ha sgominato un gruppo di spacciatori di cocaina e marijuana attivo in varie zone d’Italia. La cellula chiamata “Viking” o “Supreme Vikings confraternity”, operante a Catania e in provincia avrebbe trovato “riparo” nel Centro di accoglienza per richiedenti asilo di Mineo. La Procura distrettuale antimafia ha disposto 19 fermi per associazione mafiosa, traffico illecito di sostanze stupefacenti e violenza sessuale aggravata. Nell’operazione “Norsemen” sono state arrestate 16 persone (tre sono irreperibili). Uno degli indagati è stato bloccato nel capoluogo etneo, un altro a Bergamo. Tutti gli altri sono stati fermati nel Cara di Mineo e rinchiusi nelle carceri di Catania Bicocca, Siracusa, Messina e Bergamo. Alcuni dei fermati avrebbero collaborato con i trafficanti di esseri umani in Libia. Nelle abitazioni di alcuni indagati sono state sequestrate una mannaia e grossi coltelli da cucina, dosi di marijuana e materiale per il confezionamento. Le persone fermate, tra cui tre donne, sono accusate di associazione mafiosa, traffico di sostanze stupefacenti o psicotrope e violenza sessuale aggravata.

In Nigeria si sarebbe radicato un ampio sodalizio criminale, poi diffuso in diversi stati europei ed extraeuropei. Un nigeriano, ospite del Cara di Mineo, ha denunciato aggressioni e una rapina subita da parte di suoi connazionali ospiti della struttura. Gli investigatori sono riusciti a registrare un rituale di affiliazione e intercettato un episodio di violenza sessuale di gruppo ai danni di una nigeriana ospite del Cara. Il centro di Mineo era uno snodo per l’approvvigionamento dei pusher nigeriani che spacciavano a Catania, Caltagirone e Caltanissetta. Al vertice della consorteria ci sarebbe stato William Ihugba, 31 anni, tra i fermati; il gruppo operante a Catania e provincia sarebbe stato guidato da Kingrney Ewiarion, 22 anni, anch’egli fermato. Tra gli altri indagati emerge la figura di Anthony Leonard Izedonmi, 28 anni, fermato in provincia di Bergamo, punto di collegamento con le altre cellule della confraternita in Italia.

Zuccaro durante la conferenza stampa sull’operazione ha detto che “è sotto gli occhi di tutti che un Cara come quello di Mineo, che ospita un numero di persone così rilevante, che non può essere controllato, al quale accedono anche persone non autorizzate e consente di gestire i traffici illeciti, non può che essere un errore enorme che si paga in termini di controllo della legalità”. Secondo il procuratore di Catania, “l’esigenza di chiuderlo, così come funziona adesso, credo sia avvertita da tutte le forze politiche, e indubbiamente il ministro dell’Interno recepisce quella che è una necessità che tutti noi avvertiamo. Da operatore del diritto constato che, così come è, il Cara di Mineo non funziona assolutamente, non svolge il compito per cui è stato concepito e anzi diventa snodo per i traffici di sostanze stupefacenti, luogo nel quale entrano ed escono criminali e nel quale si svolgono episodi di una violenza e crudeltà impressionante”.

Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ai microfoni di Rtl, ha detto che è sua “intenzione chiudere il Cara di Mineo entro quest’anno. Più grossi sono i centri più facile è che si infiltrino i delinquenti”. Più tardi, Salvini a proposito delle dichiarazioni di Zuccaro, ha twittato: “È solo buonsenso”.

Aggiornato il 28 gennaio 2019 alle ore 18:42