Imam Terni tende mano, sì alle recite di Natale a scuola

“Canzoni e recite natalizie a scuola sono una tradizione, dunque è bene continuare a farle. Noi musulmani siamo disposti anche a partecipare”: tende la mano al dialogo tra religioni l’imam del Centro culturale islamico di Terni, Mimoun El Hachmi. Che con queste parole è intervenuto oggi in merito alla polemica del presunto presepe vivente che sarebbe stato ‘vietato’ dalla dirigente scolastica di una scuola primaria cittadina in segno di rispetto verso le altre culture. Un fatto, questo, denunciato sabato dall’assessore comunale alla Scuola, Valeria Alessandrini, Lega, che aveva stigmatizzato la scelta, e alla quale aveva replicato la preside dell’istituto, definendo “insussistente” il fatto. Ora la presa di posizione del rappresentante di una delle due moschee presenti a Terni - frequentate in tutto da circa 800 fedeli - che ha spiegato di intervenire sulla vicenda sentendosi involontariamente chiamato in causa.

“C’è chi sta cavalcando la polemica a nome nostro” ha sottolineato El Hachmi, chiarendo che “per la Comunità lo scambio è una ricchezza, perché siamo tutti fratelli”. “Per questo - ha continuato - diciamo ‘no’ all’integralismo islamico, così come a quelli di altro genere. Troviamo giusto che a scuola si possa fare anche un presepe vivente”. Sulla vicenda - che ha provocato divisioni soprattutto sui social - era intervenuto sabato sera anche il vicepremier e ministro degli Interni, Matteo Salvini. “Si avvicina il Natale e spuntano di nuovo ‘dirigenti scolastici’ che vogliono impedire le recite ai bambini” ha scritto su Twitter. “Non si tratta solo di religione - ha aggiunto -, ma di storia, radici, cultura. Viva le nostre tradizioni, io non mollo!”. La dirigente della scuola aveva però spiegato che “l’idea di realizzare un presepe vivente era solo un’ipotesi, neanche formulata più di tanto”. “In tutte le scuole della nostra direzione - aveva continuato - vengono fatti presepi e canti natalizi, dunque il rispetto è totale per tutte le sensibilità, anche religiose. Ma senza superare certi limiti e seguendo le regole base imposte dal principio di laicità”. L’assessore, dal canto, ha auspicato “un ripensamento in considerazione del rispetto di quei valori cristiani che fanno parte della nostra storia e del nostro patrimonio culturale”. Ripensamento che al momento non ci sarà, anche se alcuni genitori starebbero organizzando una petizione per chiedere alla preside di fare dietrofront.

Aggiornato il 19 novembre 2018 alle ore 17:13