
Nei primi quattro mesi dell’anno in Italia sono stati il 10 per cento in più i morti sui luoghi di lavoro rispetto al 2017. Dall’inizio di gennaio sono 220 persone che sono uscite di casa per andare a lavorare e non sono più tornate. L’anno precedente nello stesso periodo il triste dato registrava quota 198. Numeri che sono in costante crescita se si considera che dieci anni fa, al 30 aprile 2008, erano 174. In un decennio, nonostante rivendicazioni, allarmi, norme e nuovi regolamenti sulla sicurezza sul lavoro, c’è stato un incremento del 21 per cento.
I dati provengono dall’Osservatorio Indipendente di Bologna fondato da Carlo Soricelli, metalmeccanico in pensione, che da 10 anni monitora giornalmente gli infortuni mortali. Decise di aprire l’Osservatorio il 1 gennaio del 2008 in ricordo dei sette lavoratori della Thyssenkrupp di Torino morti bruciati vivi.
“È un Primo maggio di morte per i lavoratori, numeri spaventosi che continuano a crescere da dieci anni. Domani ci sarà poco da festeggiare - afferma il fondatore dell’Osservatorio - Domani non è una Festa, non può esserci una Festa dei lavoratori se ogni anno oltre mille famiglie portano il lutto per la morte per infortunio di un proprio caro”. Ma c’è un allarme ancora più preoccupante secondo Soricelli e riguarda i lavoratori del comparto dell’edilizia, “dove - sostiene - c’è un incredibile aumento del 22% rispetto ai primi quattro mesi del 2017”. L’Osservatorio ha anche stilato una classifica di tutte le Regioni con i morti nei luoghi di lavoro. Il triste primato per i primi quattro mesi dell’anno spetta alla Lombardia con 27 morti: Milano (8), Bergamo (2), Brescia (3), Como (1), Cremona (2), Lecco (), Lodi (1), Mantova (5), Monza Brianza (2), Pavia (1), Sondrio (2), Varese (0). C’è poi il Veneto con 24 morti, il Piemonte con 18, la Campania con 17, l’Emilia Romagna con 16, la Toscana e la Sicilia con 13, la Calabria con 12, l’Abruzzo con 10, il Lazio con 9, la Sardegna con 7, le Marche e la Liguria con 5, il Friuli Venezia Giulia e la Basilicata con 4, l’Umbria e la Puglia con 3, il Molise con 2, il Trentino Alto Adige con 1. Fanalino di coda la Val D’Aosta con nessun morto.
“Noi monitoriamo tutti quelli che muoiono lavorando, qualsiasi lavoro svolgono e nei primi quattro mesi dell’anno sono complessivamente 450 - sottolinea Soricelli - e non ci interessa se dispongono di assicurazioni diverse da quelle dell’Inail, se non ne hanno nessuno o se sono anziani schiacciati dal trattore. Per l’Inail sono 1029 i morti complessivi nel 2017, compresi i lavoratori con mezzi di trasporto. Per l’Osservatorio Indipendente sono 1380, ci sono anche 139 agricoltori schiacciati dal trattore che non sono stati conteggiati, più tanti altri lavoratori che non appaiono tra le denunce Inail”.
Aggiornato il 30 aprile 2018 alle ore 18:19