La settimana del boicottaggio a Israele che parte da Unitorino

Per chi non lo sapesse, o peggio “se la fosse persa”, lo scorso 21 marzo è partita proprio dall’Università di Torino la settimana contro il preteso “apartheid” che verrebbe praticato all’interno dello Stato di Israele.

Un’iniziativa – veramente discutibile e anche un po’ vergognosa nel momento che si vengono a sapere le notizie sugli omicidi Oltralpe di anziane scampate ad Auschwitz, perpetrati da estremisti islamici e loro sodali – resa possibile da quello che appare ormai come un sodalizio cementato tra il rettorato e il dipartimento delle politiche culturali e sociali della stessa università con il famigerato movimento Bds, l’internazionale del boicottaggio economico e culturale contro lo Stato ebraico.

Lo scopo del Bds è semplice e lo racconta un vademecum ad hoc: “Va definito come Stato criminale, Israele è comparato al Sudafrica dell’apartheid… L’impostazione ideologica e visione politica del movimento presuppone che Israele sia uno Stato ontologicamente criminale: sortito da un crimine commesso contro i palestinesi, sviluppatosi come Stato razzista e perpetratore di crimini di guerra contro l’umanità.

Un postulato “de sinistra” che ha trovato subito accoglimento tra i cattivi maestri di UniTorino. Così il 21 marzo – come informa “Progetto Dreyfus”, associazione filo-ebraica che in questo mondo rovesciato esercita una sorta di “contro informazione” – “in un’aula del Campus Einaudi, dove è ubicato il dipartimento, il collettivo studentesco Progetto Palestina, sigla di conio recente ma che accorpa odi antichi, ha potuto mettere in scena un altro episodio della saga. All’incontro di apertura ha partecipato anche un avvocato Bds, Ugo Giannangeli, il quale ha imbastito un florilegio legale… in cui Israele è apparso inappellabilmente come colpevole e si sono giustificati gli accoltellamenti come esempio di ‘resistenza’. Tutto ciò al cospetto di un centinaio di studenti”.

Non era la prima volta e purtroppo non sarà l’ultima e ora con i loro referenti a Cinque Stelle tronfi del successo elettorale del 4 marzo a livello nazionale, oltre che con quelli locali che a Torino governano già da circa due anni, chi li ferma più a questi anti-israeliani incistati nell’Università?

Aggiornato il 27 marzo 2018 alle ore 13:40