Il discorso tenuto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella al corpo diplomatico italiano, ha dato un esempio del ruolo destinato a conservare, da parte di questa istituzione, nella riforma costituzionale del capo del Governo, da presidente del Consiglio dei ministri in “premier”. Nello schema proposto, sono inalterati poteri e funzioni del presidente della Repubblica. Il discorso di Mattarella non è stato meramente formale, ma ha toccato il nervo oggi scoperto della politica internazionale. Egli non cita, per prudenza, nomi e cognomi, ma nelle sue parole sono evidenti i riferimenti impliciti a Donald Trump, presidente degli Stati Uniti d’America, e a Vladimir Vladimirovič Putin, presidente della Federazione Russa. I due capi di Stato convergono, infatti, nella ostentata disistima dell’Unione europea. Essa è vista, da parte statunitense, come una (im)potenza, che però mette becco nella politica internazionale, e ostacola un accordo con la Federazione Russa per mascherare dà pace la resa dell’Ucraina.
Putin, da parte sua, vede nell’Unione europea e nei volenterosi europei dell’Alleanza Atlantica quelli che, dando man forte all’Ucraina, gli impediscono, dal 2022, una facile vittoria, e gli bloccano le porte per l’Europa, vista quale semplice, frastagliata, penisola occidentale dell’Eurasia. Mattarella ha rilevato, nel parlare al corpo diplomatico, come l’Europa occidentale e centrale sia, ad oggi, l’unico baluardo democratico liberale in cui, ancora, in linea di massima, si resista all’attuale deriva verso l’autocrazia. Così, il capo dello Stato ha dato una grossa mano, da vero collega, a Giorgia Meloni. Ella, in cuor suo, la pensa così. Tuttavia, è infrenata dall’equilibrio interno con l’alleato eurodisfattista Matteo Salvini; e dalla considerazione che, a parole, le tributano Donald Trump ed Ursula von der Leyen, presidente dell’esecutivo dell’Unione europea. Ciò la spinge a operare una mediazione transatlantica, per evitare il peggio. La riforma costituzionale del premierato, a poteri inalterati del capo dello Stato, come abbiamo scritto più volte, genera una colleganza consolare. Sergio Mattarella è come se l’avesse già messa in funzione. Funziona benissimo. Avanti tutta, entro la fine di questa legislatura.
Aggiornato il 17 dicembre 2025 alle ore 11:02
