La trappola di Franceschini: “brucia” Schlein candidata premier

Dario Franceschini da tempo si è accreditato come grande elettore di Elly Schlein. Eppure, secondo fonti vicine al cerchio magico della segretaria, l’endorsement con cui l’ex ministro della Cultura lancia la candidatura alla premiership della giovane leader appare quantomeno prematuro. Anche perché l’adagio secondo cui nel Conclave si entra Papa e si esce cardinale suona, sinistramente attuale. Soprattutto quando si tratta del Partito democratico. Per queste ragioni, l’intervista “incriminata” con cui Franceschini rende pubblico il proprio sigillo, apparsa sul Corriere della Sera, assurge ad autentico “abbraccio mortale” nei confronti di Elly Schlein. “Dovremo indicare il premier. Anche se la legge resta questa, di fatto la candidata della destra sarà Giorgia Meloni. E quindi sarà difficile andare contro una candidatura unica senza una candidatura unica”. Secondo Franceschini, “per il Pd la scelta del nome da proporre agli alleati, Schlein, è stata già fatta nel momento in cui è stata eletta segretaria. Lo dicono lo statuto e la politica”.

Il plenipotenziario dem aggiunge: “Ci confronteremo con gli alleati e troveremo il metodo migliore per un’indicazione unitaria”. Quanto alle primarie? “Una scelta condivisa dei leader? Abbiamo il tempo di riflettere tutti e di far maturare le scelte”, prosegue. Franceschini attacca: “Il Paese è immobile. Il Governo finirà di spendere i soldi del Pnrr e poi che cosa farà? Mi pare che l’unica cosa chiara sia che le riforme vere prima delle elezioni non si faranno e così finiscono per usare la stabilità sostanzialmente per non fare nulla, perché non facendo nulla non si infastidiscono le persone. I temi che hanno trasformato nelle loro bandiere che fine hanno fatto? Prendiamo la sicurezza, cosa è cambiato nella vita di un italiano nel suo quartiere, nel suo Paese?”.

Franceschini lancia una stoccata: “In tre anni, che è un tempo enorme in politica, cosa è cambiato per i cittadini rispetto all’immigrazione clandestina sotto casa? Sembrano sazi di avere ottenuto il potere, sembrano toccati più che dalla grazia di Stato, dall’orgasmo di potere. Il danno per l’Italia diventerebbe irreversibile se governassero un’altra legislatura. Quindi il 2026 per noi sarà l’anno della preparazione della sfida elettorale. Ci sono cose già fatte e cose da fare. Intanto abbiamo acquisito il fatto che la coalizione c’è, grazie soprattutto al lavoro di Schlein. Una coalizione che sembrava impossibile ancora qualche mese fa”. Ora, secondo Franceschini, “bisogna lavorare sui messaggi al Paese comprensibili, che siano alternativi alla destra e che possano richiamare gli astensionisti. È su questo che bisogna lavorare: dare delle ragioni perché si torni a votare”. L’esito dell’Assemblea favorisce o ostacola questo lavoro? “Schlein dopo l’Assemblea si può presentare con un Pd unito, che non vuol dire pensiero unico, vuol dire trovare la sintesi tra tutti i pensieri. L’Assemblea ha messo Schlein nelle condizioni migliori per il 2026”.

Aggiornato il 17 dicembre 2025 alle ore 16:56