Il nuovo correntone dem nasce per blindare e “condizionare” Elly Schlein. A Montepulciano (Siena) si è celebrato un nuovo patto tra i maggiorenti che sostengono la segretaria “testardamente unitaria”. Tre aree della maggioranza interna, guidate da Dario Franceschini (AreaDem), Andrea Orlando (Dems) e Roberto Speranza (ex Articolo Uno) hanno deciso di convergere per contarsi e per contare. Dopo averla sostenuta alle primarie le chiedono un nuovo assetto della segreteria. Ma si aggiungono nuovi supporti. Agli ex lettiani di Marco Meloni-Anna Ascani (una dozzina di parlamentari) si aggiungono i Giovani turchi di Matteo Orfini, Debora Serracchiani, Dario Nardella e Gianni Cuperlo. Un fatto è certo. L’investitura mette il sigillo sulla volontà di Elly Schlein di correre per diventare premier. Con un ragionamento che, senza citare Giuseppe Conte, era diretto a Giuseppe Conte. “Il Pd è il primo partito, è un perno fondamentale di questa alleanza”, ha ricordato la segretaria, e non per privilegio, ma perché quel ruolo se lo è “costruito sul campo, tornata dopo tornata”. Insomma: prendendo più voti. Quando ci sarà da discutere della leader della coalizione si dovrà partire da qua. Ad ascoltarla, alla tre giorni che a Montepulciano ha riunito le correnti Pd di maggioranza, c’erano circa duemila persone.
Raramente il Pd di Schlein ha visto un così vasto e compatto schieramento. Mai alle chiusure delle feste dell’Unità, per esempio. Ma il vento è in poppa: le regionali sono andate come dovevano e la sfida delle politiche è ormai alle porte. L’intervento di Schlein non è stato tutto pensato per lisciare i soci di maggioranza. Anzi. Intanto: “Continuerò a essere la segretaria di tutti e a salvaguardarne il pluralismo”, ha detto. Quindi, nessuna scomunica pubblica dei riformisti, la minoranza del partito. E poi, quasi guardando i big seduti nelle prime file: “Questo partito si rafforza e si prepara ad andare al governo, ci andrà vincendo le elezioni con un’alleanza progressista, non in altri modi”. Sintesi: basta governi di grande coalizione, tipo quello di Mario Draghi di cui Orlando, Franceschini e Speranza facevano parte. Un dato di fatto l’incontro di Montepulciano lo ha stabilito. Le correnti di maggioranza faranno squadra, si coordineranno. Non si scioglieranno in un’unica entità, non nascerà un correntone vero e proprio con un solo leader, però si muoveranno compatte. “Concordo con chi dice che dobbiamo allargare la maggioranza – ha detto la segretaria – Si è già allargata, qua ci sono persone che allo scorso congresso hanno fatto scelte diverse”. E magari chissà: la segretaria ha ringraziato pubblicamente “il presidente Stefano Bonaccini”.

Al congresso Bonaccini l’ha sfidata per la segreteria, ma poi ha tenuto una linea di dialogo: “L’unità non si fa da soli”, ha sottolineato Schlein. Prima di lei, hanno parlato Roberto Speranza, Michela Di Biase (deputata e moglie di Franceschini) e Peppe Provenzano (Dems). “Non è lo statuto del Pd – ha detto Provenzano – ma è la politica che dice chi guida” la coalizione di centrosinistra. “A te la guida Elly – ha ribadito Speranza – lo hanno detto i nostri militanti, il popolo, i risultati”. E Di Biase, a scanso di equivoci: “Non consumiamo tempo in logoranti dibattiti. Lo statuto del Pd già dice tutto: la candidata premier è la segretaria del partito. Aggiungiamo in assemblea nazionale: sarà l’unica candidata del Pd alle primarie di coalizione”. Quanto ai contenuti, a suo avviso, “il Pd deve essere radicale nei valori e riformista nelle soluzioni. Qui a Montepulciano non c’è una corrente per dividersi il potere, c’è un’area inclusiva, aperta, che vuole portare idee e promuovere la partecipazione”. Insomma, il sostegno nella corsa alla leadership della coalizione c’è.
Però da Montepulciano è arrivato anche un messaggio a Schlein: ascolti e coinvolga di più il partito. Schlein però ha fatto capire di non pensare troppo ai riti. Per dire, non ha fatto alcun accenno né a un’assemblea né al congresso. Per il programma “dovremo fare un percorso nel paese col paese, sui temi – ha detto – e lo proseguiremo con tutta la coalizione”. E anche per quello i tempi sono incerti. Per dire, per il tavolo Conte pensa all’estate 2026. Non sarà breve né facile. Però nelle regionali “il Pd è cresciuto ovunque – ha ribadito Schlein – se sommiamo i voti veri in queste regioni in cui abbiamo votato nel 2024 e 2025 la coalizione progressista e le forze di Governo sono pari. La partita è già aperta”.
Andrea Orlando, ai microfoni di Un giorno da pecora su Rai Radio1, ha detto che il Pd “discuterà con gli alleati. Quello che ieri è stato chiaro è che il Pd ritiene di poter guidare questa coalizione con Elly Schlein”. Quello che è nata a Montepulciano “non è una corrente, ma un luogo di confronto di percorsi, anche diversi. Tutti quanti però abbiamo sostenuto all’ultimo congresso Elly Schlein e oggi vorremmo mettere in fila l’agenda adeguata alla battaglia che abbiamo di fronte. Il tema è investire il partito, discutere sul territorio, far crescere una piattaforma dal basso, affrontare alcuni temi, quello della lotta al riarmo, quello della costruzione di un’alternativa anche basata su una maggiore equità fiscale, quello di fare i conti anche su quello che non sta funzionando in Europa in questo momento. Nei partiti politici, quelli che non sono promanazione di un singolo, come ha spiegato bene ieri anche Elly Schlein, i programmi sono il frutto di una discussione e di un coinvolgimento anche perché ai nostri iscritti non possiamo chiedere soltanto di fare le campagne elettorali”.
Aggiornato il 01 dicembre 2025 alle ore 18:43
