Il dibattito sul sistema di voto infiamma la politica. Secondo Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario all’Attuazione del programma, “sulla legge elettorale sarebbe molto importante il dialogo con l’opposizione”. Il plenipotenziario del Governo, intervenendo all’evento Energie nuove. Investimenti, reti, relazioni, promosso da Libero Quotidiano, si augura che “anche nostri interlocutori si immagino una legge elettorale che rimanga nel tempo e che vada scelta, a prescindere da chi oggi potrebbe trarne un vantaggio”. Un fatto è evidente. Dopo le Regionali, l’Esecutivo mette in fila le priorità e punta dritto a riformare il Rosatellum all’insegna della “stabilità”. Ma gli ostacoli non mancano: sia tra le opposizioni che hanno eretto un muro, sia nella stessa maggioranza, dove i partiti sono pronti a piantare ognuno i suoi paletti. Sulla riforma del Rosatellum, Fazzolari prospetta “una legge elettorale già adatta alla riforma del premierato”. Il modello, spiega, è “il sistema che vige per sindaci o Regioni”.
In pratica, un proporzionale con premio di maggioranza e indicazione del presidente del Consiglio. Ma per procedere servirà convincere anzitutto gli alleati: Matteo Salvini (che continua a dichiararsi per nulla interessato alla materia e potrebbe aver da ridire sul superamento dei collegi uninominali) e Antonio Tajani (che non vede di buon occhio il nome del candidato premier sulla scheda). L’ipotesi che circola è un premio di maggioranza al 55 per cento per chi supera il 40 per cento dei voti. Con l’attuale legge elettorale “c’è il rischio di un pareggio quanto meno al Senato” con una “situazione di stallo” e il rischio di governi tecnici, avverte il presidente Ignazio La Russa (FdI), augurandosi una riforma “bipartisan”.
Ma i tempi entro cui confrontarsi e portare a dama la nuova legge non sono infiniti. Soprattutto se si tiene conto del principio sancito dalla commissione di Venezia (un organismo consultivo del Consiglio d’Europa alla quale si è rivolta la Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) per un parere nell’ambito del ricorso presentato dall’ex segretario dei radicali italiani Mario Staderini secondo cui le modifiche alla legge elettorale poco prima delle elezioni “dovrebbero essere evitate”. L’indicazione è che vadano evitate troppe modifiche, soprattutto quelle nell’ultimo anno a ridosso delle elezioni. Il responso della Cedu sul ricorso, che si attende a breve, potrebbe avere un suo peso nel timing della maggioranza. Altro terreno di scontro (continuo) è il premierato: Fazzolari, nonostante la complessità della riforma, si dice certo che “l’iter parlamentare sarà completato”, poi “probabilmente nella prossima legislatura verrà sottoposto” a referendum.
Aggiornato il 27 novembre 2025 alle ore 18:16
