Liber Tea

Nella sesta puntata di Liber-Tea ci immergiamo in due storie sudamericane agli antipodi: un Paese che è sopravvissuto grazie alla libertà economica e un altro che, dopo averla dimenticata per oltre un secolo, sta rinascendo abbracciandola con decisione.

Esordiamo insieme alla professoressa Roberta Adelaide Modugno con tema a lungo dibattuto e che continua a dividere l’opinione pubblica cilena tra sostenitori entusiastici e detrattori inflessibili: il sistema pensionistico ideato nel 1980 dal Ministro del lavoro José Piñera. L’autorevole economista della Scuola di Chicago sostituì il modello pubblico a ripartizione con un sistema a capitalizzazione individuale obbligatoria, considerato l’antesignano degli attuali fondi pensione privati. Questo regime previdenziale ha consentito ai lavoratori di gestire liberamente i propri risparmi, creando un enorme mercato di capitali interni e salvando un sistema che sarebbe stato altrimenti destinato al collasso.

Passiamo da Santiago a Buenos Aires. Fin dal suo debutto in politica, Javier Milei ha indicato nella chiusura della Banca centrale “l’atto fondativo della nuova Argentina” e il simbolo della liberazione da decenni di inflazione, svalutazioni e indebitamento. Di recente il Mises Institute ha ospitato un confronto tra due economisti austriaci di fama mondiale: Philipp Bagus e Jörg Guido Hülsmann, entrambi favorevoli a quest’obiettivo, pur divergendo nei metodi che, a loro avviso, dovrebbero essere adottati per perseguirlo. Il primo osserva che l’eliminazione istantanea dell’istituto potrebbe innescare reazioni molto rapide e difficili da gestire, accentuando l’instabilità già in corso e rendendo complessa la transizione. Il secondo, al contrario, mette in dubbio questa previsione, ritenendo che i timori legati a una chiusura immediata siano spesso sovrastimati.

Aggiornato il 27 novembre 2025 alle ore 17:19