I voti della Regione Veneto hanno svelato un dato interessante. Venezia, va pazza di Luca Zaia. In un’intervista al Corriere della Sera, il governatore uscente del Veneto, ha tratteggiato il perimetro del proprio futuro politico, lasciando intendere un che anche quella di candidarsi a primo cittadino della Serenissima è un’opzione. “Quello che voglio fare lo so solo io e lo capirete piano piano. Mi hanno candidato a tutto, da sindaco di Venezia a un posto da deputato fino all’Eni. Tutte ipotesi che comunque rimandano alla primavera-estate prossime”, afferma, sottolineando la volontà di mantenere il controllo sulla propria agenda. Il successo elettorale raccolto a Venezia – quasi 7.000 preferenze personali – rappresenta per Zaia un segnale diretto della base lagunare: “I veneziani hanno voluto darmi un segnale che mi vogliono come sindaco”, osserva. Alla domanda se l’ipotesi lo attragga, risponde ribadendo la propria linea di condotta: “Guardi, non rincorro le poltrone. Sono l’unico che ha rinunciato a un seggio sicuro in Europa per mantenere fede al patto stretto con i veneti”.
Quanto al suo ruolo all’interno della Lega, Zaia non nasconde l’intenzione di intensificare l’impegno nel partito: “Questa è la mia casa. Di sicuro ora, avendo più tempo, mi dedicherò di più al partito. Del resto, il militante della Lega deve essere pronto, dall’alba al tramonto”, afferma, lasciando intendere una maggiore presenza nei meccanismi interni del movimento. Sul fronte istituzionale, conferma di voler proseguire con un ruolo diretto nella macchina regionale: “Sì, nell’immediato entrerò in Consiglio. Non voglio fare il Grande fratello che manovra alle spalle”. E sul rapporto con il nuovo presidente della Regione, Alberto Stefani, Zaia chiarisce disponibilità e rispetto dei ruoli: “Sono a sua disposizione nella maniera che riterrà più utile”, precisando però che “è una persona in gamba, preparata. Deve imprimere il suo marchio all’amministrazione, dovrà dire dei sì e dei no, ma sempre e solo nell’interesse dei veneti”.
Infine, il governatore uscente legge nel forte consenso alla Lega una tendenza politica ben definita all’interno del territorio: “Io penso la dica lunga su da che parte va la Lega”, conclude, lasciando sullo sfondo un quadro regionale in cui il suo peso politico rimane tutt’altro che ridimensionato.
Aggiornato il 26 novembre 2025 alle ore 13:09
