
A un politico serio io dico: “Tu hai sempre ragione, anche quando hai torto”. A un adoratore delle dittature rosse o nere o ayatollaniche io dico: “Tu hai sempre torto, anche quando hai ragione”. Diciamo che più duttile e flessibile, ma la tendenza oggi è quella. Allo stesso modo, quando vedo la scritta “Grazie, presidente Trump” sui muri dei palestinesi e in Israele, e non vedo invece la scritta “Grazie, compagno segretario Cgil Landini” oppure “Grazie flottiglia!”, io mi dico: “Eugenio Giani ha qualcosa su cui ragionare, anche se ha mantenuto il potere in Regione Toscana”.
In Toscana il centrosinistra vince ma non convince: sconfitta netta per il Movimento 5 stelle e la Lega, mentre Avs tiene ma non sfonda con l’estremismo pro-Pal. Complessivamente i voti del centrosinistra calano di un punto percentuale, e a Firenze di quasi l’8 per cento. Evidentemente molti voti di M5s e Avs sono andati al Partito democratico, mentre molti piddini hanno invece preferito una Italia viva guidata dal pur ondivago Matteo Renzi (che nella lista civica Giani prende il 9 per cento, più del doppio di voti rispetto al 4,3 per cento di Conte) che comunque ha un’idea su Hamas e l’economia diversa da quella dei paleosauri marx-leninisti. Se la tendenza fosse questa, Elly Schlein non dovrebbe cantare vittoria.
Il Pd resta il primo partito col 34,4 per cento, ma rispetto al 2020 perde 100mila elettori, mentre Fratelli d’Italia resta al 26,8 per cento ma guadagna 121mila nuovi elettori. Alleanza verdi-sinistra ha il 7 per cento e il Movimento 5 stelle il 4,3 per cento (-59mila voti sul 2020). Forza Italia ottiene il 6,17 per cento (+9.000 voti). La Lega crolla al 4,38 per cento, perdendo ben 300mila voti dal 2020: Roberto Vannacci non paga, la Lega deve trovare una chiave nuova, passando dalle affinità con la Russia agli Stati Uniti, e abbandonando il populismo grillino per tornare a essere il partito delle partite Iva e dei lavoratori. Se la tendenza è la moderazione, il riconfermato Eugenio Giani non avrebbe dovuto ripetere la solita buffonata degna dei rettiliani alieni e non di un partito moderno: “Ha vinto la parte illuminata e riformista”. Giani ha forse dei problemi con Enel? Perché considera oscurantisti gli elettori del centrodestra? Perché insistere con la presunzione di superiorità genetica?
La linea pro Gaza (declinata a parole ma ridicola nei fatti concreti) non paga: Avs in Toscana non sfonda. Non ha funzionato neanche l’altra parola d’ordine che viene a galla nel pozzo nero dei social: María Corina “Machado è una stronza” (l’ho letto su un post Facebook che definire vergognoso è poco). Molti elettori, ormai, sanno distinguere tra l’erede del fascista Hugo Chávez e una leader liberale perseguitata e che non ha potuto governare il disastrato Venezuela, pur avendo la maggioranza dei voti. Darle della “stronza” cosa è, se non fascismo rosso? Gli elettori vanno verso un centro moderato in tutta Italia. Vogliono moderazione e non una politica fatta di idee simili a sputi e sputi simili a idee.
Ma davvero i neocom pensavano che la “vicinanza” con le “ragioni” di Hamas e del fascista Nicolás Maduro in Venezuela potesse pagare? La fine della guerra in Medio Oriente ha dimostrato che la sinistra non ha la minima competenza non solo nell’economia ma anche nella politica internazionale. Le facce degli arruffapopoli, quando Donald Trump ha chiuso la partita di Hamas e ha portato gli arabi sunniti a veleggiare verso Occidente, erano tese come quella di Benito Mussolini dopo il 25 luglio 1943. Gli articolisti come il Michele Serra e il Lucio Caracciolo si sono messi subito a cantare alla Pietro Badoglio “La guerra non è finita” (forse, ma intanto sì, e questo è innegabile se hai conoscenza della verità). Gioiranno forse quando arriveranno altre guerre contro Israele, innescate da Iran e Russia? Speriamo di no, ma non ce ne sorprenderemmo. Ormai, dopo il premio del sindaco di Bologna-grad a Francesca Albanese, tutto è possibile nel buco nero della galassia rossa.
Vedremo in Campania e Puglia, ma la tendenza nazionale è quella emersa nelle Marche, Calabria e Toscana: no alla gazzarra su Gaza, no alla nuova cultura pro violenza e pro dittature (rosse o nere), i cattivi maestri vanno isolati e non devono mai diventare influencer televisivi, no al rovesciamento della verità sul Nobel della pace a Corina Machado, no alla Elly Schlein che vuole porre fine ai rapporti tra Italia e Libia (i miliardi del gas e del petrolio persi chi ce li mette: il cittadino, il suo partito o lei stessa?). Infine sì al ritorno alla capacità di giudizio critico attraverso il pluralismo della cultura nella scuola e nell’informazione, sì al pragmatismo nordico e anglosassone, sì alla tolleranza del diverso anche in politica, sì alla fine della falsificazione della Storia (come i militanti del Pci che nella stazione di Bologna insultarono e vietarono di consegnare acqua e cibo agli esuli dall’Istria, deportati dall’Istria con una pulizia etnica comunista, che vagavano da giorni su un treno in viaggio verso non-si-sa-dove, dove c’erano madri e lattanti che dovettero arrivare a Parma prima di prendere cibo e acqua).
E le foibe? E Pol Pot e Iosif Stalin e Leonid Brežnev e Nicolae Ceaușescu? E la lagerizzazione di tutti i popoli dell’Est europeo come la consideriamo? Insomma, se nessuno è perfetto, ne prendano atto. Come dice Paolo Mieli, è strano che per stragi comuniste come quelle delle Brigate rosse (oltre 10 anni di uccisioni mirate di giudici, giornalisti, politici, imprenditori) non si apponga nelle targhe e lapidi a ricordo la definizione “Strage comunista” (anche su quella di Aldo Moro e la sua scorta), come si è fatto (giustamente) per le “stragi fasciste”. Del resto tutti gli storici del mondo, a parte i Barbero boys, definiscono tutte le dittature del Novecento rosso-nere-integraliste come Totalitarismo. Il comunismo reale prevede la dittatura, quando prende il potere totale. Questo è un fatto, e gli italiani di dittature hard ne hanno abbastanza. E sono stanchi anche delle dittature soft che sfruttano informazione, scuola, editoria per truffare i giovani e i meno giovani con gli slogan.
Speriamo che tutto il quadro politico tenga conto di questo desiderio di pluralismo liberale, e che “democrazia” non sia più un termine falsificato, usato come pannicello per coprire le vergogne del potere virulento (rosso o di qualsiasi altro colore). Ravvedetevi, quindi, perché le manifestazioni delle scorse settimane, gli slogan, la sympathy for the devil dimostrata con articoli, personaggi da commedia degli orrori, sono il segno di cattivi maestri che non hanno paura di tornare agli anni cupi in cui si scendeva in piazza col martello e persino con la pistola, pur di “educare il popolo” e colpire gli “altri”. Ravvedetevi dunque.
Aggiornato il 15 ottobre 2025 alle ore 09:49