Il Pd come il Titanic

In quel Titanic che è il Partito democratico, Elly Schlein sembra non vedere il gigantesco iceberg che incombe. L’ala “cattolica” del partito da tempo mugugna e freme: da Romano Prodi a Graziano Delrio a Dario Franceschini. I cosiddetti “riformisti” sono sul piede di guerra, attendono solo le prossime sconfitte alle elezioni regionali. Gli alleati del “campo”, e segnatamente Giuseppe Conte, hanno già pronte le labbra da posare sul suo collo: il pezzo di pane lo hanno intinto da tempo; Maurizio Landini è pronto a scendere in competizione; Matteo Renzi serenamente mette in campo un sindaco dopo l’altro, da Genova a Napoli (quello di Milano ormai è appannato da pur discutibili inchieste).

In questo gioco al massacro, hanno un comune denominatore: sono privi di programma, non hanno nulla da offrire all’elettore che infatti diserta le urne e li schifa. Irredimibile è la definizione propria per questa opposizione. Ci riguarda? Sì, è cosa che riguarda tutti: senza adeguati cani da guardia, gli Esecutivi, quali che siano i loro colori, si sentono autorizzati a fare qualunque abuso. E fatalmente abusano.

Triste la breve segreteria di Elly Schlein che, con sconcertante puntualità, ha saputo fare tante cose sbagliate nel momento giusto, e pochissime cose giuste nel momento sbagliato.

Aggiornato il 06 ottobre 2025 alle ore 10:22