Moralisti vs Tajani

Perbenisti, ipocriti, indignati speciali di professione e moralizzatori. Tutti insieme appassionatamente contro il ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani. Il motivo di cotanto risentimento risiede nell’imperdonabile peccato di cui si è recentemente macchiato il segretario forzista: l’aver intonato a ritmo di musica alcuni versi del celebre brano composto da Lucio Battisti con testo di Mogol Un’avventura, durante la festa di Forza Italia a Telese Terme.

Una colpa, evidentemente troppo grande per la folta pattuglia di odiatori seriali che gremiscono il moderno circo mediatico social-televisivo, talmente turbati dalla performance del ministro degli Esteri da arrivare prontamente a dipingerlo alla stregua di uno sciacallo. “Tajani che balla sui cadaveri dei bambini innocenti di Gaza”, oppure, “In Palestina muoiono i bambini bruciati, e tu, ministro degli Esteri, balli”, e ancora, “Tajani, vergognati!”. Sono questi i più benevoli commenti indirizzati al segretario di Forza Italia, additato dai suoi più accaniti detrattori come “colpevole”, o, in taluni casi, addirittura “corresponsabile” delle tragiche morti di Gaza. 

Del resto, si sa, tutto quanto fa politica, e persino un legittimo momento di distensione nel corso di una festa di partito può finire per rivelarsi una potentissima arma mediatica sapientemente utilizzata nell’intento di colpire l’avversario di turno. Soprattutto, se l’avversario in questione è il capo politico di un partito di governo, non collocato a sinistra, liberale, dichiaratamente atlantista, il cui fondatore risponde al nome di Silvio Berlusconi, l’uomo in assoluto più odiato (anche da morto) dall’imponente partito degli italici moralisti. In tal caso, anche cantare Battisti mentre a Gaza non cessano le ostilità può essere interpretato come un gesto “complice”, “indegno”, “disgustoso”, “irrispettoso”, “immorale”. In una sola parola: una “vergogna”, come in molti, con quella solita prontezza di chi si crede da sempre moralmente e intellettualmente superiore, hanno voluto definirla.

C’è qualcosa, però, non del tutto secondaria, che ai nostrani moralisti puntualmente sfugge: strumentalizzare ad ogni occasione utile una tragedia, quella del popolo palestinese, nel tentativo di dare addosso all’avversario di turno, nel caso specifico Antonio Tajani, è quanto di più immorale e vergognoso vi possa essere.

Riflettete, cari commedianti e perbenisti da strapazzo, anziché pretendere di distribuire improbabili patenti di moralità al prossimo.

 

Aggiornato il 02 ottobre 2025 alle ore 10:14