Corteo per Gaza, scontri a Milano: la Questura indaga

Non ci siamo lasciati alle spalle questa violenza. Scontri di questa portata a Milano non si registravano da dieci anni, dal corteo No Expo del primo maggio 2015, quando la città fu teatro di duri scontri in occasione dell’inaugurazione dell’Esposizione universale. Ieri non si è ripetuta la stessa scia di devastazioni, frutto allora di pesanti infiltrazioni di Black Bloc giunti da tutta Europa, ma il bilancio è stato comunque pesante: circa 60 feriti e otto persone condotte in Questura dopo le violenze dentro e soprattutto fuori dalla stazione Centrale, obiettivo di un assalto mirato da parte di un gruppo di facinorosi, alcuni dei quali a volto coperto. Cinque le persone arrestate, mentre altre due sono state denunciate per gli scontri di ieri. Tra loro un minorenne. Due degli arrestati, un ragazzo e una ragazza, hanno 17 anni. Un’ottava persona è stata portata in Questura per l’identificazione. Per colpire la vetrata d’ingresso principale sono stati utilizzati transenne, cestini dei rifiuti e bastoni. In alcuni momenti i manifestanti si sono perfino impossessati degli idranti della polizia. Dentro la stazione, la paura tra i passeggeri. Immagini che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha definito “indegne” e che “nulla hanno a che vedere con la solidarietà per Gaza”.

La manifestazione, indetta nell’ambito dello sciopero generale pro Gaza, aveva raccolto decine di migliaia di persone alla stazione Cadorna, nonostante la pioggia. In corteo studenti, sindacati di base, associazioni e centri sociali. A differenza di altre città italiane, dove le iniziative si sono svolte pacificamente, a Milano la situazione è degenerata con gravi episodi di violenza, ora al centro dell’indagine della Procura. Il corteo aveva attraversato il centro cittadino senza incidenti rilevanti, salvo il rogo di alcune bandiere – degli Stati Uniti, di Israele e dell’Unione europea – ma all’arrivo in Centrale si è consumato lo scontro. Le forze dell’ordine hanno chiuso i varchi dello scalo per impedire l’accesso ai manifestanti, come già avvenuto in altre città dove i dimostranti erano riusciti a occupare i binari. È stato in quel momento, tra passeggeri spaesati e bloccati all’interno, che la frangia più radicale è stata respinta a manganellate fino al porticato, dando il via a devastazioni: vetrate infrante, oggetti lanciati contro la polizia e la risposta con lacrimogeni.

Via Vittor Pisani, arteria che collega piazza Repubblica alla stazione, si è trasformata per ore in un campo di battaglia, con le forze dell’ordine bersagliate dal lancio di bidoni, pietre e perfino biciclette in sharing. Solo dopo oltre due ore la situazione è tornata sotto controllo, con un sit-in pacifico che ha comunque bloccato l’accesso allo scalo ferroviario fino a sera. Il bilancio finale parla di otto persone fermate e una sessantina di agenti feriti, 23 dei quali trasportati in ospedale. Le violenze hanno raccolto una condanna più o meno trasversale. Il sindaco Giuseppe Sala ha stigmatizzato “il vandalismo causato da frange violente” che “non trova giustificazione e certamente non aiuta la causa di Gaza”, auspicando che i responsabili vengano individuati “il più in fretta possibile”. La polizia scientifica sta già analizzando i filmati per risalire agli autori delle devastazioni. In serata scontri si sono registrati anche a Brescia, dove il corteo pro Gaza ha tentato di forzare il cordone che bloccava l’accesso alla stazione: la polizia ha risposto con cariche e lacrimogeni, mentre contro gli agenti sono volati oggetti e bottiglie.

A Torino i manifestanti hanno brevemente bloccato l’imbocco dell’autostrada A4, con momenti di tensione quando un automobilista non si è fermato e ha accelerato verso la folla: l’auto è stata colpita a calci e pugni. Episodi critici anche a Bologna e a Marghera. Nel capoluogo emiliano quattro persone, tra cui un minorenne, sono finite in arresto dopo gli scontri con la polizia. Altre due sono state denunciate per blocco stradale dopo l’interruzione di tangenziale e autostrada, e tre per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. A Marghera, infine, i manifestanti che tentavano di entrare nell’area portuale sono stati dispersi con gli idranti.

Aggiornato il 23 settembre 2025 alle ore 18:42