
“Non abbiamo bisogno di battute o di provocazioni”. Luca Zaia ne è profondamente convinto. Il governatore veneto, in un’intervista al Corriere della Sera, esprime il proprio disappunto per le sortite di Roberto Vannacci, europarlamentare del Carroccio. Per il presidente della Regione Veneto, “esistono i valori di un partito nato più di trent’anni fa. Il generale Vannacci non ha fatto la gavetta, come è toccato a tutti noi, a partire da Matteo Salvini. È doveroso che rispetti le regole e le liturgie del partito in cui è entrato”. Intanto, certe polemiche rispuntano. Come quella del generale contro Paola Egonu. All’indomani del trionfo azzurro ai Mondiali femminili di volley, l’eurodeputato della Lega ha espresso parole controverse nei confronti della pallavolista e sulla sua “italianità”: “Un oro memorabile, sono contentissimo”, ha chiosato Vannacci. Aggiungendo a proposito di Egonu: “Sono contentissimo, non ho mai messo in dubbio le sue capacità prestazionali o la sua italianità, ho solo sostenuto che ha origini non italiane ben visibili, (tornando sulle polemiche nate da alcuni passaggi del suo libro Il mondo al contrario). Rinnovo i miei complimenti a tutta la squadra. A Egonu chiederò l’autografo”. Secondo Zaia, Vannacci avrebbe ammorbidito la propria posizione. “Mi pare che abbia ritrattato – spiega il governatore leghista – o comunque rivisto certe sue uscite. Paola è una ragazza italiana, peraltro veneta”.
E aggiunge: “Io ho solo risposto alla domanda di chi mi chiedeva se Vannacci potesse essere un valore aggiunto. Ho detto che lo può essere se fa il leghista. Se persegue altri valori o altre battaglie non è in linea con quello che ci aspettiamo. Sottolineo che non siamo ancorati all’amarcord. La Lega ha interpretato i bisogni di una società che cambia cercando di essere sempre innovatrice, dalla parte del popolo”. Gli viene poi chiesto cosa vuol dire “vannaccizzare la Lega”. “Sinceramente non lo so. Vannacci è persona intelligente e della provocazione ha fatto la sua cifra. Lui porti le sue proposte come tutti all’interno del movimento, poi si deciderà”, è la risposta del governatore uscente. Frattanto, la Lega è alle prese con il dopo Zaia. Riccardo Molinari, ai microfoni di Radio 24, esprime il proprio plauso nei confronti del nome di Alberto Stefani. “Noi speriamo – afferma il capogruppo della Lega alla Camera – che il tavolo dei leader del centrodestra dia il via libera al candidato leghista per il Veneto. Abbiamo detto sin da subito che, secondo noi, dove c’è stato un amministratore leghista si dovrebbe portare avanti quella linea. Zaia è il governatore più amato d’Italia e noi riteniamo che spetti alla Lega fare il nome, come anche in Lombardia. Penso che Giorgia Meloni, da presidente del Consiglio e capo della coalizione, debba saper tenere in considerazione le peculiarità e le esigenze dei vari partiti. Noi auspichiamo di chiudere in fretta e che il candidato sia nostro”. Interpellato su un possibile scambio con Fratelli d’Italia che preveda Stefani (Lega) candidato in Veneto e Carlo Fidanza (FdI) in Lombardia, Molinari risponde: “Insisteremo anche per il candidato lombardo perché la Lombardia è tra un secolo per i tempi della politica: si vota nel 2028, quindi dopo le elezioni politiche. È un po’ prestino parlarne adesso”.
Aggiornato il 10 settembre 2025 alle ore 17:29