
Matteo Salvini rivendica compattezza e concentrazione sull’attività politica, respingendo le polemiche interne e puntando sull’appuntamento di Pontida. “Siamo troppo impegnati a lavorare, per dedicare tempo a polemiche o altro. Sindaci, governatori, ministri, parlamentari ed europarlamentari, ognuno con la testa al proprio ruolo e ai cittadini. Stiamo poi preparando una grande Pontida 2025, domenica 21 settembre ci saranno migliaia di persone da tutta Italia, e sul palco tutti i big della Lega che, ognuno col proprio stile e la propria personalità, stanno facendo crescere il Movimento. Aumentano gli iscritti, aumentano gli eletti, aumentano i consensi. Roberto Vannacci è un valore aggiunto, stiamo facendo e faremo un ottimo lavoro insieme”, ha dichiarato il leader leghista in una nota.
Alle parole del segretario federale ha fatto eco il generale, che ha ribadito la sua linea in un’intervista a La Stampa: “Rivendico la volontà di vannaccizzare la Lega. Non voglio prendere il posto di Salvini. Faccio al meglio possibile l’europarlamentare, questa è la responsabilità che mi è stata assegnata dagli elettori”. Un obiettivo, spiega, limitato a “far crescere la Lega, non ne ho altri. E poi sono già troppo impegnato, anche con le elezioni in Toscana”. L’europarlamentare ha escluso tensioni interne: “Da parte mia non c’è competizione, né acredini, né attriti con nessuno. Non mi sento nemmeno vittima di aggressioni. Lo dico sincero”. E, quanto alla leadership, ha riconosciuto: “Certo, assolutamente, è il segretario federale. Non ho mai avuto alcun dubbio su questo”. Sul pressing interno che chiede un chiarimento prima di Pontida, Vannacci ha liquidato la questione: “Ma no, andiamo avanti uniti. Make the League great again”, ha anche enunciato il generale. E a chi gli domanda se non sia necessario un confronto diretto con Salvini risponde: “Non ho motivo per sentirmi con nessuno, perché gli obiettivi sono condivisi e non c’è bisogno di repliche né di altri discorsi”.
Parole arrivate all’indomani di un attacco frontale a Vannacci, prima dal governatore lombardo Attilio Fontana, che aveva promesso “resistenza” a ogni tentativo di “vannaccizzare” la Lega, e poi dal senatore Gian Marco Centinaio, che ha lanciato un avvertimento: “Vannacci inizi a rispettare le regole della Lega. Se non gli vanno bene, faccia il suo partito. Se invece dice di volerle cambiare, vuol dire che vuole puntare alla leadership e a me questo non sta bene”. Centinaio ha richiamato l’attenzione anche sui rischi per la base: “È un problema se ne pagano il prezzo i nostri militanti che non trovano lo spazio che meritano. Non lo dico solo io, ma anche e soprattutto Susanna Ceccardi, che in Toscana ha avuto questo problema”. Vannacci ha tentato di gettare acqua sul fuoco: “Andiamo avanti tutti insieme per una Lega sempre più grande e influente. Ognuno porta il meglio di sé”. Ma lo scontro interno rimane sullo sfondo, in un clima già reso teso dalle trattative sulle liste regionali e dall’attesa per Pontida, tradizionale banco di prova del consenso leghista.
Il nodo principale riguarda le candidature nei territori ancora scoperti: Campania, Puglia e Veneto. Galeazzo Bignami, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, ha assicurato: “Credo che sia più che plausibile che arriveranno prima del voto nelle Marche”, previsto per il 28 e 29 settembre. Tra i nomi in corsa per il Veneto, prende consistenza quello del deputato e vicesegretario della Lega Alberto Stefani, già rilanciato dal capo del Carroccio. “È un nome sicuramente importante più che apprezzabile – ha ammesso Bignami – Non ragioniamo nell’ottica di dire che FdI è il primo partito e quindi il candidato in Veneto lo vogliamo noi. Bisogna rispettare i territori e le autonomie, il Veneto in particolare ha una storia importante da questo punto di vista”. Il governatore uscente Luca Zaia non ha sollevato obiezioni: “Non è una sorpresa. Ora dobbiamo capire la scelta del tavolo nazionale, se il candidato sarà della Lega, soluzione per cui noi tifiamo, o se ci saranno altre soluzioni. Io non ho nulla da dire sulla scelta e mi fermo qui”.
Per le altre regioni, il quadro appare più definito: confermati Francesco Acquaroli (FdI) nelle Marche e Roberto Occhiuto (Forza Italia) in Calabria, mentre in Toscana correrà Alessandro Tomasi (FdI). In Puglia resta in campo il nome di Mauro D’Attis (FI), mentre in Campania si fa strada l’ipotesi di un profilo civico, come Giosy Romano o il rettore Matteo Lorito. “Non siamo in ritardo, stiamo lavorando – ha rassicurato il segretario di Forza Italia Antonio Tajani – Adesso siamo impegnati per vincere nelle Marche e dobbiamo vincere anche in Val d’Aosta, anche se c’è un sistema proporzionale puro. Dobbiamo vincere in Calabria e poi troveremo, come al solito, un candidato unitario sia in Veneto, sia in Campania, sia in Puglia”.
Aggiornato il 09 settembre 2025 alle ore 13:37