
È una “fortuna” per i Paesi dell’area dell’euro avere alla presidenza della Banca centrale europea l’avvocato Christine Lagarde. Il suo mandato, come numero uno dell’istituto di emissione della moneta unica, è iniziato il 1° novembre 2019 e terminerà il 31 ottobre 2027. L’inamovibile collezionista di incarichi di elevatissimo prestigio e riccamente remunerati, ha affermato in un’intervista radiofonica “per tutti i Paesi della zona euro è assolutamente fondamentale avere un debito sostenibile, un debito gestibile. Per farlo, bisogna evidentemente che l’orientamento in termini di servizio del debito, in termini di volume del debito, sia al ribasso e rientri nei limiti di ciò che è stato concordato con i partner europei e che consiste nel controllare le proprie finanze pubbliche”. Certamente il nostro ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti terrà conto dei preziosi consigli della presidente della Bce. Altra perla di saggezza della governatrice della Bce “pericolo molto serio se Donald Trump prende il controllo della Fed”. È evidentemente una difesa corporativa da parte della Lagarde del presidente della Fed (anch’egli avvocato) Jerome Powell. I due, che sono a capo delle più importanti banche centrali del mondo occidentale, non hanno certo brillato per i risultati conseguiti alla guida delle rispettive autorità “indipendenti”. Entrambi, si sono basati, per attuare la loro politica monetaria, seguire pedissequamente i dati relativi all’inflazione. Se le manovre sui tassi d’interesse delle due banche centrali segue l’evoluzione dei dati sull’inflazione nell’eurozona e negli Stati Uniti, bastava affidare le decisioni sui tassi d’interesse di riferimento a un algoritmo.
In sostanza, per non continuare a sbagliare tutte le loro previsioni, hanno preferito affidarsi agli istituti centrali di statistica che misurano mese dopo mese l’andamento dei prezzi. Se un politico con incarichi di Governo prende delle decisioni sbagliate, il corpo elettorale, al quale in democrazia deve rispondere, lo può penalizzare con il voto mandandolo a casa. I presidenti della Bce e della Fed, in quanto autorità finanziarie indipendenti, per la durata del loro mandato sono inamovibili. Il governatore della Banca d’Italia, prima della riforma del 2005, era nominato a vita. Tuttavia, lo stesso, era pronto a dimettersi qualora gli fosse venuta a mancare la fiducia nel suo operato da parte del potere politico. Dal 2005, la durata del mandato come governatore della Banca d’Italia è di 6 anni ed è rinnovabile una sola volta. La durata del presidente della Fed è di quattro anni e può essere riconfermato. La carica di presidente della Bce ha la durata di otto anni e non è rinnovabile. La ratio della inamovibilità del presidente di una banca centrale è da ricondurre al fatto che il governatore non deve essere influenzato dal potere politico sulle sue scelte di politica monetaria. Il governatore di una banca centrale, per statuto, deve perseguire la stabilità monetaria contrastando, attraverso le manovre sui tassi d’interesse, la perdita del potere d’acquisto della moneta causata dall’inflazione.
Tuttavia, politiche monetarie restrittive, (alti tassi d’interesse) deprimono l’economia. È di tutta evidenza che qualsiasi Governo desidera che la banca centrale attui politiche accomodanti sui tassi d’interesse che sono funzionali alla crescita economica e che sono determinanti per la crescita del consenso degli elettori. Il problema si pone quando le scelte di politiche monetarie delle banche centrali risultano essere sbagliate e si pongono in aperto contrasto con le scelte politiche dei Governi in materia economica. Il paradosso che si viene a creare è che i Governi rispondono al mandato popolare che può essere revocato nelle urne. Le cosiddette autorità indipendenti se commettono anche palesi errori di scelta non possono essere revocati dall’incarico. A mio avviso, in caso di contrasto tra il potere politico e le autorità “indipendenti” (compreso l’ordine giudiziario) dovrebbe sempre prevalere il primato della politica che risponde in democrazia al popolo sovrano!
Aggiornato il 03 settembre 2025 alle ore 10:18