lunedì 25 agosto 2025
Ha salutato molto caramente gli italiani dal Giornale Radio della Rai per tanti anni. Ci ha portato in giro per l’Italia quale inviato de La cronaca in diretta condotta da Piero da Vigorelli, poi diventata La vita in diretta. Ma per una parte del mondo liberale Enrico Morbelli era, e rimarrà l’ideatore, il fondatore ed il direttore della Scuola di Liberalismo (quella vera) e promotore del Comitato Nazionale per i 150 anni della nascita di Luigi Einaudi.
Per noi che abbiamo frequentato la Scuola di Liberalismo prima e poi siamo rimasti in quella galassia, per far sì che generazioni di giovani potessero conoscere la cultura liberale, la sua scomparsa improvvisa, avvenuta ieri, lascia un vuoto incolmabile. Nel 1988, Enrico Morbelli aveva ideato e diretto una straordinaria iniziativa, nata per: “Avere occasione di fare liberamente le domande agli oratori invitati a parlare”, questo era quello che soleva ripetere a chi gli chiedeva come fosse nata la Scuola.
Per poter soddisfare la sua curiosità, che non era mai banale e morbosa, era voglia di capire e di far capire, di diffondere un verbo, quello liberale, assai poco familiare pre-caduta del muro, troppo improvvisamente di moda, quando iniziò la seconda repubblica e tutti si dicevano liberali quando non sapevano cosa fosse. E lui, da buon giornalista, sempre pronto con la domanda giusta (spesso accompagnata con la battuta arguta, mai volgare, robe d’altri tempi, che solo la severa scuola di mamma Rai poteva insegnare) invitava, ascoltava, domandava, approfondiva, e con lui tutti quelli che frequentavano la scuola, diffusa da radio radicale e da L’Opinione, quando il web divenne famoso e familiare (Morbelli possedeva ancora un cellulare e tacs, non usava i social, ma ti mandava mail alle 5 della mattina per ricordarti le cose da fare per organizzare la scuola, per confermare quel docente nel calendario già diffuso, per chiederti di arruolare la riserva per sostituire il docente che gli aveva dato buca alla lezione prevista per quel pomeriggio).
Migliaia di giovani l’hanno frequentata, centinaia di docenti hanno dedicato il loro tempo e le loro energie per preparare le lezioni da tenere alla scuola. Diceva il professor Antonio Martino che quando lo chiamava Morbelli lui si sentiva come se avesse ricevuto un ordine, gli si poteva solo obbedire. Questo era lo spirito di servizio al liberalismo che Enrico riusciva a sollevare e mobilitare affinché il liberalismo non rimanesse nelle stantie stanze di un piccolo partito, o di un gruppo ristretto di intellettuali liberali. Se c’è qualcuno che ha contribuito ad una piccola rivoluzione di massa liberale, è stato lui con la Scuola di Liberalismo, diffondendo tra i giovani quello che nessuno raccontava loro. Riuscì ad ottenere la presenza anche di personaggi famosi e che da altri sarebbero andati solo a seguito di lauti compensi, ma agli inviti di Morbelli non si poteva dire di no. La sua verve, la sua capacità d'iniziativa era unica, i suoi eventi imperdibili.
Durante l’anno delle celebrazioni dei 150 anni di Luigi Einaudi, aveva avuto la conferma di essere uno dei successori del presidente Einaudi quale presidente della Famija piemonteisa a Roma, fondata nel 1944 dal ministro liberale Marcello Soleri. In cuor suo ne era felice, e te lo faceva capire con quei sorrisi lievi, che offriva quando le parole, non sarebbero state adatte a raccontare tutto quello che ci sarebbe stato da dire.
Ma la vera Famija che oggi lo piange è quella liberale, quella della Scuola di Liberalismo, e forse di quella era ancora più leader, per dirla in termini moderni (lo so, mi avrebbe ripreso per l’uso di una parola inglese). In tanti in queste ore, hanno scritto di lui, ritratti generosi, autorevoli, ufficiali. Avendolo potuto conoscere più da vicino, avendo avuto l’onore di affiancarlo per oltre 30 anni nell’organizzazione della scuola di liberalismo, vorrei proporre un ricordo liberale e umano.
Enrico Morbelli era un uomo, un marito, un padre, un nonno, un amico premuroso. Era generoso, un galantuomo, una persona perbene che ci ha lasciati, rendendo il mondo liberale italiano improvvisamente e tremendamente più povero.
Per chi volesse porgergli un ultimo saluto, le esequie si terranno giovedì 28 agosto alle ore 11 presso la chiesa di Sant’Agnese in Agone a piazza Navona.
di Elvira Cerritelli