Meloni: “Sinistra non ci batte in patria, ricorre ai giudici”

Giorgia Meloni bacchetta la sinistra sulla giustizia. Su Facebook la premier firma un post arroventato contro gli esponenti del cosiddetto campo largo. “Leggo che alcuni esponenti della sinistra – come Bonelli, Fratoianni e compagnia – vorrebbero segnalare il Governo italiano alla Corte penale internazionale. Gli stessi che, giusto qualche tempo fa, chiedevano a Bruxelles di aprire una procedura di infrazione contro l’Italia. Ora puntano addirittura a un processo internazionale, tirando in ballo il dramma umanitario a Gaza in modo del tutto strumentale, come se perfino questo fosse colpa nostra. Tre cose sono ormai chiare a tutti: la prima è che, non riuscendo a batterci in patria, la sinistra cerca sempre il soccorso esterno. La seconda è che dell’immagine dell’Italia e della sua reputazione nel mondo, a loro, non importa assolutamente nulla. La terza è che ormai hanno un’unica strategia e speranza: provare a liberarsi degli avversari per via giudiziaria, perché alla via democratica hanno rinunciato da un pezzo. Non riusciranno”. A proposito degli scontri con la magistratura, da ultimo sul caso Almasri, in un’intervista al Tg5 andata in onda ieri, la presidente del Consiglio denuncia un “un disegno politico intorno ad alcune decisioni della magistratura particolarmente quelle che riguardano i temi dell’immigrazione come se in qualche maniera ci volesse frenare la nostra opera di contrasto all’immigrazione illegale. Ciononostante i flussi di immigrati illegali in Italia sono diminuiti del 60 per cento e lavoriamo per fare ancora meglio”.

A Meloni, ovviamente non sfugge “che la riforma della giustizia procede a passi spediti e ho messo in conto eventuali conseguenze”. Meloni rivendica: “Sul caso Almasri io ho detto quello che penso: considero surreale la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti dei ministri Nordio, Piantedosi e del sottosegretario Mantovano che hanno agito nel rispetto della legge per tutelare la sicurezza degli italiani”. Secondo la premier, “archiviare la sua posizione e chiedere l’autorizzazione a procedere per i ministri è surreale perché i miei ministri non governano a mia insaputa, io non sono Alice nel Paese delle Meraviglie, sono il capo del governo e non sono neanche, diciamocelo, un Conte qualsiasi che faceva finta di non sapere che cosa facesse il suo ministro degli Interni”.

Aggiornato il 07 agosto 2025 alle ore 16:20