Milano, Sala non si dimette: “Non ho fatto nulla a mio vantaggio”

Giuseppe Sala resta al suo posto. Il sindaco di Milano non si dimette. “Le mie mani sono pulite”. Lo ha detto Sala nel suo drammatico intervento odierno durante la seduta del Consiglio comunale sull’inchiesta urbanistica in cui è indagato. Il primo cittadino ha incassato la solidarietà della segretaria Elly Schlein e ha incontrato i rappresentanti del Pd regionaleSilvia Roggiani, Alessandro Capelli e Beatrice Uguccioni – che gli hanno ribadito l’appoggio del partito. Non sarebbero sul tavolo le dimissioni del sindaco, ma la definizione del percorso da qui a fine legislatura. L’obiettivo è farlo proseguire nel mandato. “Tutto ciò che ho fatto nell’arco delle due sindacature – ha detto Sala – di cui ho avuto onere e onore, si è sempre esclusivamente basato sull’interesse dei cittadini e delle cittadine. Non esiste una singola azione che possa essere attribuita a mio vantaggio. Non potrò essere breve e me ne rammarico. È un momento delicato per molti motivi che hanno a vedere con la mia persona. Sono giorni confusi in cui tutto sembra diventare oscuro, le certezze sembrano vacillare e anche le fisionomie più note sembrano confondersi. Ed è per questo che io voglio essere chiarissimo”, ha proseguito. “È fonte di grandissima sofferenza il mio coinvolgimento nell’indagine”. Secondo Sala, “certa politica” che ha “comportamenti sgraziati” sta “commettendo un errore. Se questo viene fatta per ottenere una fotonotizia sulle pagine locali va bene ma se lo fate per destabilizzarmi non avete possibilità, nella vita ho affrontate cose cento volte più gravi”.

Poi si è rivolto al consigliere Enrico Marcora di Fratelli d’Italia. “Ha ritenuto di avere un momento di fama postando una mia foto in versione da galeotto. Voglio dire che ho segnalato il suo gesto ai vertici del suo partito, alla presidente del Consiglio e al presidente del Senato. Quello che mi hanno risposto lo tengo per me. Ora starò a vedere: se la forza politica a cui lei ha aderito le farà fare carriera, vorrà dire che condivide e appoggia il suo comportamento. Se ciò non avverrà, il partito che governa la nostra nazione ha un minimo rispetto istituzionale e ci tiene. Noi, e nessun altro, abbiamo il dovere di mantenere gli impegni presi con le elettrici e gli elettori”. Parlando alla maggioranza di centrosinistra che lo sostiene, il sindaco ha sottolineato “l’obiettivo di tenere insieme sviluppo e aiuto a chi è in difficoltà. Non tutto quello che abbiamo tentato è perfezione ma abbiamo mantenuto la traiettoria”. La replica di Marcora è stata durissima. “Deve rispondere alle nostre domande, non ai post, lei è un piccolo sindaco”. Si è conclusa così la replica di Enrico Marcora, che è intervenuto per primo dopo il discorso in aula del sindaco di Milano Giuseppe Sala.  Sala nel suo intervento ha citato il post pubblicato e poi cancellato da Marcora che ritraeva il primo cittadino in versione galeotto: “Il post che ho fatto l’ho trovato in rete – ha spiegato Marcora – è un post satirico, è stata fatta satira, Crozza avrebbe detto povera Milano, come siamo conciati con questo sindaco”. Marcora ha poi ricordato che “io sono stato eletto nella sua lista e poi me ne sono andato perché quello che vedevo non mi piaceva. Poi mi sono candidato con Fratelli d’Italia e sono stato eletto in Fratelli d’Italia”.

Sala non intende dare “giudizi sull’operato della magistratura. I media dicono che non era necessario informarmi. Lo capisco e lo accetto ma perché è stata divulgata ai media?. Chiedo ai miei colleghi politici: vi sta bene? Va bene che indagini riservate diventino pubbliche?”, ha detto fra gli applausi. “Sono più che mai motivato a fare il mio dovere fino in fondo e a proseguire nel mio incarico”. Dopodiché, il sindaco ha enunciato l’elenco dei punti programmatici da portare avanti fino a fine legislatura. Dal piano straordinario casa all’impegno per lo stadio, Sala ha indicato gli elementi da portare avanti a Milano dicendo che “se su queste basi la maggioranza c’è, io ci sono con tutta la passione, la voglia, l’amore per la città di cui sono capace”. “Sono tanti i fronti su cui la politica milanese deve agire per affrontare le aspettative delle milanese e dei milanesi”, ha detto. “Dobbiamo far sì che i prossimi sviluppi urbanistici abbiano sempre più una sempre maggiore attenzione all’impatto pubblico e ai servizi connessi. Dobbiamo operare con intensità sul piano straordinario casa per affrontare il problema del costo dell’abitare che sta diventando evidente in tutte le grandi città e agire con la Regione con energia sul ripristino degli appartamenti sfitti del patrimonio di edilizia pubblica”, migliorare nei servizi di trasporto pubblico, “che sarebbero considerati straordinari in tutti i Comuni italiani ma che devono soddisfare le esigenze dei milanesi” e ancora fare attenzione “estrema alla cura della città in ogni suo quartiere, in ogni suo angolo”.

A proposito di San Siro, ha detto che da settembre bisogna “riavviare il percorso consiliare sullo stadio con l’obiettivo di rispettare i tempi che il progetto richiede”. Poi Sala ammette: “Ho pensato seriamente, e ne ho parlato con la famiglia, alla possibilità di non andare avanti. Sono 16 anni che ho dato professionalmente e umanamente tutto quello che ho per Milano e, se trovo ancora motivazione ed energie non è per mia soddisfazione personale, ma per un motivo molto semplice, per l’insegnamento avuto da mio padre: quando capii che non avrei seguito le sue orme, mi disse scegliti il lavoro che vuoi ma ricordati che io ti guarderò e voglio essere certo che stai facendo il tuo dovere”. Secondo Sala, “giustizia e politica devono occuparsi di ambiti diversi. La nostra risposta a quello che sta succedendo deve essere politica, nel segno della più alta tradizione di Milano con l’obiettivo di intervenire per migliorare la vita dei cittadini che hanno più difficoltà”.

Nel corso del suo intervento, Sala ha voluto chiosare: “Mi permetto di far osservare, sempre nel rispetto del lavoro della magistratura, che il mio racconto fa capire quanto il Comune si sia sbilanciato in favore dell’interesse pubblico, talmente tanto da incorrere in una condanna del Consiglio di Stato per avere sacrificato illegittimamente le aspettative del costruttore”. Il sindaco Giuseppe Sala lo ha rivendicato nel suo discorso in Consiglio comunale parlando del Pirellino, ovvero la vicenda per cui risulta indagato nell’inchiesta sull’urbanistica. Dopo che all’allora sindaco Giuliano Pisapia nel 2013 non era riuscita una operazione di permuta dell’edificio, “divento sindaco e capisco subito che i conti del Comune non sono rassicuranti” ha ricordato, per questo è stato fatto un piano di dismissioni che ha coinvolto il Pirellino messo nel 2018 in vendita con una base d’asta di 106 milioni, una “asta caldissima fra cinque gruppi” arrivata aggiudicazione a 193 milioni. Al momento del rogito c’era la possibilità di costruire tutto a residenza libera ma l’anno dopo il comune ha modificato il Pgt portando “almeno al 40 per cento l’edilizia residenziale sociale”. Da qui il ricorso al Tar del costruttore a cui il tribunale dà torto ed un ulteriore ricorso al Consiglio di Stato.

Intanto, Giancarlo Tancredi si è dimesso. “Ho rassegnato in data odierna le mie dimissioni dalla carica di assessore”. Lo ha detto in Consiglio comunale l’assessore alla Rigenerazione urbana, per cui la Procura ha chiesto l’arresto nell’ambito delle inchieste sull’urbanistica. “Sono giunto a questa decisione sofferta perché ritengo che sia la migliore per affrontare gli sviluppi giudiziari, ma anche per rispetto per gli organi giudicati, il sindaco, i colleghi di giunta, i cittadini milanesi e consiglieri”. Tancredi ha rivendicato: “La mia coscienza è pulita, ho prestato la mia opera con passione, impegno, rispetto per tutte e tutti, leale confronto, e con amore profondo per la mia città”. L’ormai ex assessore si è commosso più di una volta mentre leggeva il suo discorso in aula. “E questo mio gesto spero sia di aiuto per una maggiore serenità, e per giungere il prima possibile ad una dimensione di chiarezza e giustizia. Ci tengo a dire che la mia vita, professionale e non, è sempre stata improntata a valori etici e morali, sempre a me riconosciuti da più parti, in più contesti, anche nella mia attività di assessore degli ultimi quasi quattro anni”. Tancredi si è detto “oltre che amareggiato per questa inchiesta e per il lavoro che non potrò portare a termine, sono sconfortato e molto deluso per quella che in questi giorni è stata la posizione espressa da alcune forze di maggioranza di questa città”. È un passaggio del discorso di dimissioni che l’ex assessore ha tenuto nell’aula del Consiglio comunale. A chiedere le sue dimissioni è stato infatti fortemente il Pd. “Mi riferisco al fatto che ci si è limitati sostanzialmente a chiedere le mie dimissioni, senza avere contezza di quanto sia realmente accaduto, al di là delle ricostruzioni mediatiche, e senza, tantomeno, che sia intervenuta alcuna pronuncia di condanna”. Per Tancredi, “sarà interessante vedere, tolto di mezzo l’assessore alla partita caduto in disgrazia, e ancora in assenza di quella legge nazionale di riforma organica complessiva di cui ho sempre auspicato la definizione e l’approvazione, come cambierà l’urbanistica di Milano, se mai abbia un senso questa definizione. Come se a governarla non fosse un insieme composito di strategie politiche, valori ideali, necessità talvolta in rapida evoluzione, interessi pubblici e privati”.

Frattanto, l’Anm di Milano esprime “piena solidarietà” a tutti i colleghi che si stanno occupando dell’inchiesta sulla gestione dell’urbanistica, “vittime di attacchi solo per aver svolto il loro lavoro” e bersaglio di critiche espresse con “toni inaccettabili, tendenti ad attribuire” ai pubblici ministeri “la pretesa di sostituirsi al legislatore e l’abitudine ad assumere iniziative pericolose sulla scorta di un asserito livore ideologico”. Lo sottolinea la giunta locale dell’Associazione magistrati in difesa dell’operato delle toghe milanesi. “La fissazione degli interrogatori preventivi da parte del gip, in seguito a richieste formulate dal pm ha suscitato negli ultimi giorni aspre critiche sull’operato della magistratura, provenienti anche da rappresentanti delle istituzioni”. L’ Anm di Milano “manifesta piena solidarietà a tutti i colleghi vittime di attacchi solo per aver svolto il loro lavoro, ricordando che l’interpretazione e l’applicazione delle norme è prerogativa propria della giurisdizione, impegnata quotidianamente a salvaguardare il rispetto dei principi costituzionali, tra cui in primo luogo la presunzione di non colpevolezza delle persone indagate”. L’inchiesta della Procura di Milano sull’urbanistica si concentra anche su aree demaniali, “pubbliche o ex pubbliche” che secondo i pm sarebbero state cedute ai privati senza tener conto “dell’interesse pubblico”. Secondo la Procura ciò avveniva in base a un “insieme numerosissimo di accordi di programma in variante” – lo “strumento” utilizzato – “conclusi ed attuati anche in fase di istruttoria amministrativa sulle proposte dei privati”. In una memoria dei pm sono anche indicati i progetti in questione: scali ferroviari, come quello di Porta Romana per il Villaggio olimpico, caserme, e quello su Piazzale Loreto.

Aggiornato il 21 luglio 2025 alle ore 18:55