Dazi, Tajani: “Posizioni non ancora vicinissime, avanti dialogo”

Sui dazi, Antonio Tajani predica l’idea di una trattativa a oltranza tra Stati Uniti ed Europa. Anche se non professa il consueto ottimismo. Il vicepremier e ministro degli Affari esteri Antonio Tajani è volato a Washington per incontrare il segretario di Stato statunitense Marco Rubio. Mentre è emersa una “identità di vedute” su Gaza e Ucraina, sui dazi le posizioni “non sono ancora vicine” ma si continua a negoziare. Conversando con i giornalisti a Washington Tajani ha detto che “c’è tempo fino al primo di agosto, bisogna trattare: le posizioni non sono ancora vicinissime però bisogna continuare il dialogo perché una guerra dei dazi non conviene a noi; non conviene agli americani, perché l’Europa bisogno degli Stati Uniti ma anche gli Stati Uniti hanno bisogno dell’Europa”. Nel faccia a faccia con Rubio, il titolare della Farnesina ha sottolineato che le relazioni transatlantiche godono di ottima salute e “sono molto positive dal punto di vista politico”. Roma e Washington, ha assicurato Tajani lavorano “per trovare un accordo sui dazi”, precisando di avere ricevuto dal suo omologo americano “rassicurazioni sulla parte politica”. “Una guerra dei dazi non conviene a nessuno”, ha aggiunto.

Intanto, l’incontro con Jamieson Greer, il rappresentante per il commercio Usa, oggi pomeriggio a Washington è stato “un proficuo scambio”. Lo ha assicurato il ministro degli Esteri. Il confronto “è durato quasi un’ora; io ho ribadito qual è la posizione italiana: vogliamo evitare assolutamente una guerra commerciale, ma nello stesso tempo vogliamo difendere il sistema dell’export del nostro Paese e vogliamo difendere le nostre imprese. Quindi siamo favorevoli a trovare un accordo che sia vincente per entrambi”. Tajani ha detto che “c’è un altro tema, insieme a quello dei dazi, che è quello del valore dell’euro. Oggi l’euro è troppo forte e per questo io dico che bisogna fare in modo che la Banca centrale europea intervenga per ridurre intanto il costo del denaro: si può ancora ridurre di un punto perché siamo al 2 per cento. La Bce dia vita a un quantitative easing, cioè comprare i titoli di Stato nei paesi europei, in modo che ci sia più denaro in circolazione. Perché se l’euro è troppo forte alla fine per i nostri esportatori diventa ancora più complicata: è come se ci fosse un dazio aggiuntivo, quindi per ridurre l’effetto dei dazi bisognerebbe ridurre il valore dell’euro”. Commentando le parole dell’alta rappresentante Ue, Kaja Kallas, sulla vendita delle armi americane all’Ucraina, Tajani ha detto che “gli americani hanno già inviato molto, hanno già fatto molto. Più siamo a collaborare meglio è. Adesso l’importante è arrivare alla pace”.

Aggiornato il 16 luglio 2025 alle ore 16:40