
Giulio Tremonti auspica una comune politica europea. Intervistato dalla Stampa in merito alle trattative Usa-Ue, l’ex ministro dell’Economia dei Governi Berlusconi ritiene necessarie “meno parole e più competitività interna. Solo così possiamo avere una voce autonoma nello scenario globale. Ma serve una vera politica europea, non un comitato tecnico”. Lo afferma il deputato di Fratelli d’Italia, presidente della Commissione Esteri della Camera. Tremonti invoca “meno regole e più coerenza. Le regole servono, certo, ma devono essere chiare e applicabili. Ci stiamo autoescludendo. E questo è il vero problema”. Secondo Tremonti, “il G20 non esiste più. E sul G7 ci sono più dubbi che certezze. Nel frattempo, la Cina ha già concluso la sua trattativa con gli Usa, l’Europa è arrivata tardi e ha negoziato solo sulla manifattura, dimenticando finanza e digitale. Questo rischia di essere un errore strategico gravissimo”. Per il parlamentare, “l’Europa era partita con una visione organica: mercato unico, tassazione armonizzata, competitività. Ma ha finito per accettare lo status quo imposto dagli altri. E attenzione: il meccanismo delle ritorsioni americane è già pronto. In vari tavoli, Washington ha detto chiaramente che, se si reintroduce la tassa sui servizi digitali, ci sarà una contromisura immediata. A quel punto non si tratta più di negoziato, ma di escalation. E noi europei pare che non siamo così pronti”. Insomma, per Tremonti “siamo indietro. E siamo anche disarmati, perché le nostre ambizioni sulla tassazione digitale sono evaporate. Si poteva agire anche con lo strumento fiscale, senza cambiare i trattati né toccare la regolamentazione tecnica. Ma ci si è tirati indietro. All’inizio la Commissione europea era favorevole poi, da maggio, silenzio totale. È uscito anche il documento del G7 che ha chiuso il discorso”.
Frattanto, a proposito di dazi e guerra commerciale Usa-Ue, il cancelliere Friedrich Merz ha sentito al telefono nel fine settimana la presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen, il presidente francese Emmanuel Macron e la premier italiana Giorgia Meloni. Lo ha spiegato il portavoce di Merz, Stefan Kornelius, in conferenza stampa a Berlino. “Il fattore del tempo è di grande significato. Il tempo è denaro. In questo contesto i colloqui non sono ancora conclusi. Il processo di costruzione della posizione non è ancora concluso. Le trattative vengono svolte in stretto contatto con i partner europei”. Il ministro di stretta osservanza meloniana Francesco Lollobrigida non commenta le ipotesi. “Continuiamo a lavorare per evitare di avere il sistema tariffario che metta in difficoltà il virtuoso rapporto che dobbiamo continuare ad avere con gli Stati Uniti, nostro alleato strategico ma soprattutto mercato interessante per i nostri produttori e imprenditori che sono quelli che vogliamo garantire”. Lo afferma il ministro dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, rispondendo ai giornalisti sui dazi a margine della presentazione del video sul G7 di Ortigia del settembre scorso e su 30 mesi da ministro alla Sala Stampa Estera. “Non conoscono nessun imprenditore che voglia rinunciare al mercato americano o sostituirlo con altri, tutti vogliono lavorare per aumentare la nostra esportazione negli Stati Uniti che continua a crescere nonostante tutto, e questo è un dato estremamente positivo sul quale non solo riflettiamo ma continuiamo alacremente a lavorare con un dialogo che serve a comprendere anche le ragioni degli altri. Ovviamente il governo italiano fa gli interessi del governo italiano con un sistema tariffario che è regolato dai rapporti bilaterali”.
E sull’ipotesi 17 per cento in particolare: “Se noi dall’inizio di questa vicenda avessimo dovuto ragionare con le tariffe sul vino al 200 per cento con enunciazioni di chi voleva fare la guerra agli Stati Uniti saremmo stati dei commentatori e noi veniamo pagati per fare altro, lavorare perché si evitino criticità al sistema ed è quello che facciamo costantemente e quotidianamente”. “Per quanto di mia competenza come ministro dell’Agricoltura – prosegue Lollobrigida – ho avuto modo nel mese di giugno di svolgere due importanti incontri, uno in Italia con il ministro Usa dell’Agricoltura, uno a Washington alla Casa Bianca, e insieme anche i nostri imprenditori stiamo lavorando a un tavolo comune con gli Stati Uniti per aumentare i nostri rapporti commerciali, far crescere la nostra ricchezza, e se far crescere la nostra ricchezza permette anche di garantire agli Stati Uniti una crescita siamo doppiamente contenti perché Unione europea e Stati Uniti – conclude il ministro – rappresentano la democrazia nel mondo e mettere in difficoltà e in discussione la prosperità dei nostri popoli significa creare anche delle tentazioni a guardare Stati autocratici come più efficienti dei sistemi democratici, e non ce lo possiamo proprio permettere”.
Aggiornato il 07 luglio 2025 alle ore 17:09