Senato, separazione carriere: ripreso l’esame degli emendamenti

Si prevedono tempi lunghi per arrivare a una legge sulla separazione delle carriere della magistratura. L’aula del Senato ha ripreso l’esame del disegno di legge. Prosegue l’illustrazione e il voto degli emendamenti, poco più di 1.300 quelli presentati complessivamente. Ieri sono stati votati quelli all’articolo 1, anche ricorrendo al cosiddetto “canguro”, un meccanismo che consente di accorpare più proposte di modifica in un solo voto. È presumibile che venga adottato anche oggi. Ciò nonostante, per il via libera alla riforma costituzionale, secondo quanto si apprende, al Senato il voto slitterà alla prossima settimana. Il provvedimento prevede la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri e introduce un’Alta Corte che giudica sul piano disciplinare i magistrati e a cui si può far ricorso solo davanti alla Corte stessa. Il testo ha avuto il primo disco verde alla Camera il 16 gennaio scorso, per l’approvazione definitiva serviranno quattro voti in totale. Secondo il leader di Noi moderati Maurizio Lupi, “la separazione delle carriere rappresenta un elemento essenziale per garantire una giustizia più imparziale, più chiara e autenticamente orientata ai bisogni dei cittadini. Una riforma che valorizza il ruolo del giudice e assicura un equilibrio effettivo tra accusa e difesa”.

Alcuni giorni fa, il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto, intervenendo a Bologna durante l’incontro promosso da Forza Italia Emilia-Romagna sul tema della riforma della giustizia, ha sottolineato: “Chi oggi si oppone alla separazione delle carriere dovrebbe ricordare che a sostenerla, con convinzione, fu anche Giovanni Falcone”. Per Sisto, “non si tratta di una proposta ostile o punitiva ma di una riforma strutturale basata sulla competenza e sull’equilibrio del processo. Lo stesso Falcone, in tempi non sospetti, parlò della necessità di distinguere nettamente i ruoli, per tutelare i cittadini e rafforzare lo Stato di diritto”. Il viceministro ha ricordato come “il pensiero di Falcone sia maturato in un contesto drammatico, tra ostilità e isolamento. Eppure proprio per questo è una testimonianza preziosa, non ideologica, ma vissuta”. Sisto ha tenuto a sottolineare che da parte della maggioranza di Governo non c’è “una sorta di vendetta, una sorta di revanscismo nei confronti della magistratura. Noi non solo non ce l’abbiamo la magistratura, noi vogliamo una magistratura più libera, esattamente il contrario, proprio l’opposto di quello che si può immaginare”.

Sul tema della separazione delle carriere si registra la dura presa di posizione dell’opposizione. Per il senatore di Avs, Tino Magni, “la destra continua a tenere in ostaggio il Senato con una legge costituzionale che non risolve i problemi strutturali della giustizia, semmai li moltiplica, come moltiplica il Csm. Un progetto di riforma contro i magistrati, che tenta di metterli sotto il controllo politico. La maggioranza in aula è silenziosa, un silenzio complice del Governo che vuole imporre questa riforma ideologica e pericolosa per il Paese. Una riforma voluta dal ministro Carlo Nordio, inemendabile, con cui si creano due magistrature, due percorsi formativi, due Consigli superiori. La destra propone una riforma all’americana della giustizia, che rischia di far perdere quell’equilibrio istituzionale voluto dai padri costituenti nella Costituzione. Il disegno della destra è chiaro: mettere sotto tutela politica la magistratura, controllare l’informazione, silenziare e colpire il dissenso e accentrare il potere nelle mani di un capo”.

Aggiornato il 02 luglio 2025 alle ore 17:13