
Il terzo mandato dei governatori subisce uno stop parlamentare. È stato bocciato l’emendamento della Lega. In Commissione Affari costituzionali al Senato la proposta leghista ha ricevuto solo 5 voti a favore (oltre al Carroccio anche Italia viva e il rappresentante delle Autonomie) e 15 contrari. Astenuti il presidente della Commissione Alberto Balboni (FdI) e il senatore di FdI Domenico Matera. Roberto Calderoli, al termine della seduta della Commissione Affari Costituzionali del Senato, non nasconde la propria contrarietà. “La nostra posizione – afferma il ministro per gli Affari regionali – è assolutamente evidente, è la quinta volta che presentiamo l’emendamento, c’era stata anche un’ipotesi di un potenziale accordo che non si è trovato e con amarezza devo dire che oggi è stato bocciato per la quinta volta. Comunque io ritengo che il terzo mandato sia giusto non solo a livello delle Regioni e Provincie a statuto speciale, ma anche per quelle ordinarie”. Il piglio di Calderoli è volutamente polemico. “Ci sono state due astensioni da parte di FdI e devo dire che ho apprezzato la disponibilità ad affrontare l’argomento e a trovare delle possibili soluzioni. Non ho apprezzato il muro eretto da Forza Italia. Non è una questione di politica di Governo, però non ho apprezzato questo gesto”. La posizione del vicesegretario della Lega, l’eurodeputato Roberto Vannacci, è improntata alla Realpolitik. “Andremo con due mandati, se non è passato vuol dire che faremo con quello che c’è. Ripeto, non è un problema di mandati, l’elettore ha sempre ragione. Come per altre cariche dello Stato i mandati possono essere tanti. E se questa norma non è stata abrogata, benissimo, si rivedrà in un altro momento. E andremo alle elezioni con due mandati. Ma la politica fondamentale non cambia”. Per il leader di Noi moderati Maurizio Lupi, “l’unità del centrodestra è il valore più importante. È naturale che ci siano sensibilità diverse, ma si può discutere di tutto per trovare una sintesi, con la consapevolezza che il valore più importante è l’unità della coalizione”.
Ma sul terzo mandato, l’opposizione ravvisa una spaccatura della maggioranza. Per il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia, “quello che abbiamo sostenuto ieri oggi è stato confermato con il voto sull’emendamento che riproponeva il terzo mandato per le cariche monocratiche: la maggioranza è divisa e i dispetti tra i partiti della destra continuano. Oggi Fdi e Forza Italia hanno lasciato che la Lega andasse a sbattere contro il no della maggioranza in Commissione Affari costituzionali. L’ipotesi del terzo mandato è definitivamente affossata ma le tensioni dentro la compagine di Governo continuano: siamo di fronte a un Suk in cui si barattano promesse e ipotesi di riforme che dopo quasi tre anni però restano al palo: vale per l’Autonomia differenziata, vale per il Premierato, vale per la separazione delle carriere dei magistrati che stiamo discutendo in Senato ma che non è prevista nel calendario della Camera delle prossime settimane. E intanto il Paese affonda e il Parlamento viene umiliato dalla decretazione d’urgenza e dai voti di fiducia che sono l’unico modo di questa maggioranza per andare avanti”. Secondo la capogruppo del Movimento 5 stelle in Commissione Affari costituzionali al Senato Alessandra Maiorino, “si è conclusa la penosa vicenda del terzo mandato per i presidenti di Regione. Una volgare rissa tutta interna al centrodestra, fondata sulla fame di poltrone e sui ricatti reciproci, e finita con una sonora legnata incassata dalla Lega da parte di Fratelli d’Italia. Emendamento bocciato. Il partito di Matteo Salvini viene umiliato costantemente dai suoi compagni di viaggio, con la sola possibilità di emettere qualche guaito poco convinto contro il riarmo, mentre i suoi obiettivi di Governo vengono silurati uno ad uno, come l’Autonomia differenziata prima e il terzo mandato per Luca Zaia ora. Quanto ancora sopporterà la Lega il dominio di Giorgia Meloni e la perdita di consensi e dignità politica? Quanto ancora potrà rimanere in piedi questa maggioranza tenuta insieme solo dal collante del potere? Assistiamo quasi divertiti a questo spettacolo ma ci domandiamo anche con tristezza quanto a lungo l’Italia debba rimanere ostaggio di questo gioco al massacro tra chi dovrebbe occuparsi dei problemi dei cittadini”.
Aggiornato il 26 giugno 2025 alle ore 17:56