
Quarantenne, colto, possibilità di conoscere il mondo; cattolico vero, credente nelle istituzioni ecclesiastiche ma non bigotto, aperto e rispettoso delle altrui credenze, impegnato in un gruppo di credenti progressisti nel quotidiano fare, so per sicuro che a tante persone lui e con la moglie in un mese fa più “bene”, nel concreto, di quanto io ne possa fare in un paio d’anni. Crede in quello che fa, cerca di fare quello in cui crede. Desidera e invoca la pace: ovunque, ma di più in Medio Oriente; ha orrore di quello che accade a Gaza (come non averne?); sogna e invoca “due popoli e due Stati” (non gli dico più: aggiungi almeno due democrazie; risponde che è sottinteso. Ma intanto non lo dice); è convinto che quello di Benjamin Netanyahu sia un governo sanguinario, tra i peggiori, spera che sia cacciato il prima possibile (si potrebbe essere d’accordo). Dice che criticare un governo non vuol dire condannare un popolo (siamo d’accordo); auspica una situazione di pace e convivenza (ancora d’accordo).
Poi: vorrebbe che Israele la piantasse di bombardare mezzo mondo, fregandosene di ogni norma di diritto internazionale. Magari mi sono distratto: non l’ho mai sentito chiedere che la si piantasse di bombardare, da parte di mezzo mondo islamico, da sessant’anni, Israele, fregandosene di ogni norma di diritto internazionale. Ripeto: forse mi sono distratto. So che questo amico quarantenne è non in buona, ma in ottima fede. È questo il problema.
Aggiornato il 16 giugno 2025 alle ore 15:42