
La linea italiana sulla modulazione dei tempi di spesa in ambito difensivo riceve un primo, importante segnale di apertura. A sottolinearlo è Carlo Fidanza, vicepresidente del gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei in quota Fratelli d’Italia, in un’intervista al Corriere della Sera. “Non voglio sbilanciarmi in trionfalismi. Ma la posizione italiana di flessibilità e di modulazione dei tempi ha incontrato la doppia apertura del segretario generale della Nato Mark Rutte e dei partner”, afferma. Nel dettaglio, l’eurodeputato di FdI evidenzia l’impostazione proposta dal segretario generale della Nato, che introduce una distinzione significativa tra le diverse tipologie di investimento: “Credo sia molto importante la distinzione che c’è nella proposta Rutte – aggiunge – il 3,5 per cento per la spesa sui sistemi di difesa e l’1,5 per cento sugli altri investimenti”. Secondo Fidanza, questa articolazione potrebbe consentire agli Stati membri di meglio calibrare il proprio contributo, anche in funzione delle priorità nazionali. Le decisioni definitive saranno assunte al vertice dell’Alleanza previsto all’Aia, ma per Fidanza “oggi si sia fatto un passo avanti”.
L’approccio di Fratelli d’Italia – e più in generale dei Conservatori europei – guarda a una concezione allargata di sicurezza, che non si limita all’acquisto di armamenti: “Noi siamo favorevoli a un’estensione delle spese non direttamente in armamenti ma per la sicurezza a 360 gradi: per esempio contrasto all’immigrazione clandestina, che può essere considerata una forma di guerra ibrida. Cybersicurezza. Sicurezza del dominio marittimo. Dotazioni di personale militare e di ordine pubblico: anche l’aumento dei carabinieri può rientrare in questa logica. E poi le infrastrutture”. A questo proposito, Fidanza interviene anche sul ponte sullo Stretto, oggetto di critiche e polemiche. Secondo l’eurodeputato, l’opera rientrerebbe a pieno titolo nella categoria delle infrastrutture a duplice uso: “Non è un’eccentricità. A un panel sulla difesa di Ecr a Stoccolma, gli scandinavi parlavano di ampliare il loro sistema ferroviario, limitato rispetto a un territorio sconfinato. Infrastrutture dual use che possano essere utilizzate sia per fini militari che civili sono un’esigenza sentita da diversi Paesi. Non è un sotterfugio per farsi calcolare la spese come fa comodo, ma è un’esigenza che si pone in modi diversi in tutti i Paesi”.
Infine, Fidanza richiama la necessità di coordinare gli impegni della Nato con quelli in sede europea, adottando un approccio graduale e sostenibile. “Noi abbiamo già detto che sarebbe stato decisivo il livello stabilito per poi fare la parte europea – prosegue – Se ho di fronte uno scenario di impegni Nato spalmati su più anni, anche nei negoziati europei si possono modulare questi impegni. Noi siamo cauti anche sulla parte degli impegni a debito: il debito è sempre debito. Ma se c’è una finestra Nato ampia sugli impegni e sui tempi per raggiungerli, anche quella europea potrà tenerne conto”, ha chiosato l’eurodeputato di FdI.
Aggiornato il 13 giugno 2025 alle ore 13:21