
Il dato politico più rilevante emerso dai risultati dei referendum riguarda il fatto che oltre il 34 per cento dei votanti si è espresso contro la proposta di ridurre da 10 a 5 anni il periodo di residenza richiesto agli stranieri per poter ottenere la cittadinanza italiana. Questo suggerisce che una parte significativa, circa un terzo, dell’elettorato di sinistra non approva le attuali politiche migratorie dei partiti progressisti. Il timore diffuso è che facilitare l’accesso alla cittadinanza possa creare un “effetto calamita”, incentivando ulteriori flussi migratori.
Tuttavia, ciò non implica che tali partiti rivedranno le loro posizioni. Anzi, nel tentativo – ritenuto da alcuni vano – di ampliare la propria base elettorale puntando sull'integrazione di nuovi cittadini, hanno trasformato la questione in un elemento identitario e strategico. Questo li ha resi progressivamente insensibili alle crescenti preoccupazioni della popolazione in materia di sicurezza e ordine pubblico.
È probabile, quindi, che continueranno a sostenere politiche favorevoli all’aumento dell’immigrazione, rischiando così di apparire distanti dalle esigenze dei cittadini e, di conseguenza, di perdere ulteriormente consensi e voti.
Aggiornato il 10 giugno 2025 alle ore 13:15