
Non è solo un’ipotesi. La maggioranza accelera sulle riforme fondative della legislatura: giustizia e premierato. Dopo avere incassato il primo via libera al decreto sicurezza, autentica bandiera leghista, il centrodestra va avanti spedito su altri due provvedimenti da sempre indicati come priorità: la separazione delle carriere, riforma fortemente voluta da Forza Italia; e il premierato, “madre di tutte le riforme” di Fratelli d’Italia. Ma sui tempi e la procedura portata avanti dalla maggioranza, è scontro con l’opposizione che accusa il centrodestra di andare avanti in maniera “autoritaria” comprimendo le prerogative del Parlamento. L’apice della tensione si è registrata ieri nel voto finale sulla sicurezza, il “decreto paura”, così come lo hanno ribattezzato le minoranze, e contestatissimo su tutti fronti. Il via libera a Montecitorio con 163 sì, è arrivato dopo due giorni di seduta fiume con i parlamentari di Pd, M5s e Avs impegnati in una maratona oratoria tra le urla “Vergogna!” e gli applausi e i cori “Onestà, onestà” dai banchi della maggioranza. Poco prima, al termine dell’ultimo acceso intervento della parlamentare di FdI Augusta Montaruli, i deputati di Pd, M5s ed Avs avevano sollevato cartelli di protesta verso i banchi del Governo (presenti solo il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani e il sottosegretario Nicola Molteni) con le scritte: “Decreto paura”; “La democrazia non si piega”; “La protesta non si arresta” e ancora “Né liberi, né sicuri”.
Tra le norme più contestate quelle sulle detenute madri, la stretta sulla cannabis e sulle rivolte in carcere, compresi i casi di resistenza passiva, il blocco stradale, l’estensione del Daspo urbano e le nuove misure sugli agenti dei servizi. È un testo che, per dirla con la segretaria dem Elly Schlein, “è più indietro del codice fascista Rocco”. Un “maglio della repressione”, accusa Nicola Fratoianni. Che punta solo a “punire chi non la pensa come voi”, attacca M5s con Valentina D’Orso. Con la nuova norma sul blocco stradale, accusa Riccardo Magi di +Europa, avrebbero rischiato la galera “gli agricoltori che spargevano letame in autostrada per protestare contro le quote latte”. Compatti nella protesta anche Italia viva e Azione mentre il centrodestra rivendica le misure come “un messaggio che lo Stato non arretra”, evidenzia la leghista Ingrid Bisa. “È un decreto sociale che aiuta i deboli”, dice Montaruli. “Difende i veri deboli”, per l’azzurro Tommaso Calderone. Il Governo è determinato a portare definitivamente a casa il provvedimento in tempi record. Tanto che è stato già inserito, tra le proteste dell’opposizione, nel calendario di Palazzo Madama per il 3 giugno, con tempi ridottissimi per l’esame in commissione: solo tre ore e mezza. Ma non è questo l’unico punto di scontro. Dalla riunione della conferenza dei capigruppo di Montecitorio emerge il rilancio del Governo su due riforme costituzionali che la coalizione punta a portare in Aula a luglio: la separazione delle carriere, in esame al Senato, e il premierato. L’accelerazione sulle riforme viene in ogni caso definita negli off the record del centrodestra, al momento come un “wishful thinking”. Un gesto politico per rilanciare, con la madre di tutte le riforme, una partita intrecciata anche a quella della nuova legge elettorale. La la ministra per le Riforme istituzionali Maria Elisabetta Alberti Casellati ha ribadito che il punto non è attualmente all’ordine del giorno ma del tema si sta certamente parlando almeno nei corridoi. A pesare certamente – è comunque il ragionamento – potrà anche essere l’esito delle prossime Regionali.
Intanto, Alberto Balboni, presidente della Commissione Affari costituzionali del Senato ed esperto di riforme di Fratelli d’Italia, risponde a una domanda cruciale posta da Affaritaliani.it: l’obiettivo della maggioranza e del Governo è quello di approvare la riforma della giustizia e il premierato entro la fine della legislatura, dopo l’annuncio dell’approdo in Parlamento dei due provvedimenti nel mese di luglio? “Certamente”, replica Balboni. “Siamo determinati a realizzare entro la legislatura il programma che ha ricevuto la fiducia della maggioranza degli italiani. E quindi ad approvare le due riforme costituzionali, quella del premierato e quella sulla separazione delle carriere. Il confronto parlamentare in corso è stato amplissimo, adesso è giunto il momento di decidere. L’opposizione non può pretendere di bloccare all’infinito il Parlamento. Non esiste un potere di veto della minoranza”, spiega l’esponente di FdI. “La funzione della politica è la decisione, non la discussione fine a se stessa a tempo indeterminato. Quindi si, entro la legislatura approveremo le due riforme in modo che poi i cittadini esprimano la loro opinione mediante il referendum confermativo, come vuole l’articolo 138 della Costituzione. Non c’è nulla di più democratico che far votare i cittadini su scelte così importanti. E noi lo faremo”, conclude Balboni.
Aggiornato il 30 maggio 2025 alle ore 15:55