
Le guerre in corso sono terremoti di una terra antropica in cui la Storia si è rimessa a correre. Non è una maratona lineare, ma gira su sé stessa, come nei cicli e ricicli storici secondo Giambattista Vico. Del resto, il serpente che si morde la coda è il simbolo gnostico del tempo. Il romano sommo pontefice Leone XIV si propone come mediatore di pace per conchiudere la guerra d’aggressione della Federazione russa all’Ucraina, marca di confine (tale è l’etimologo del nome dello Stato attaccato) fra gli imperi d’Occidente e d’Oriente. Il Governo dello Stato laico italiano di Giorgia Meloni gli fa da sponda, in un Tevere, per usare un’espressione richiamante la storiografia di Giovanni Spadolini, sempre più stretto, praticamente un rigagnolo. È un ritorno al ruolo politico consueto della Santa Sede nell’età moderna. Nel tramonto dell’antichità, nella quale fu l’imperatore romano a ricoprire il ruolo di pontefice massimo per assicurare la pace religiosa, subito dopo che Flavio Graziano imperatore cedette il titolo al vescovo di Roma, Leone I Magno fermò Attila, in marcia coi suoi unni, sulla via per l’Urbe. Cominciò così una vicaria funzione politica, di fronte all’inerzia dell’imperatore dei romani sedente a Costantinopoli. Poi Leone III, per porre fine a quel disinteresse, incoronò il re dei franchi, Carlo Magno, sacro romano imperatore sull’Occidente. Fatto fondamentale nell’età medievale. L’intenzione fu istituire un Sacro romano impero soggetto alla Santa Sede. Però gli imperatori hanno l’abitudine d’imperare. Questo fu all’origine d’una lotta combattuta nel corso di tutto il Medioevo occidentale. Se ne salvò Venezia, che fermò Carlo Magno sulla riva della Laguna.
Contrasto venuto meno col Rinascimento, inaugurato a Roma da Leone X de’ Medici, inizio dell’età moderna. In essa tramontarono il Sacro romano impero, sopravvissuto come una confederazione germanica a trazione asburgica, con appendici italiane, e l’opposizione guelfa, nel sorgere degli Stati nazionali moderni. Allora la Santa Sede, privata dell’universalità religiosa sull’Occidente dalla riforme protestante, si ritagliò un ruolo politico nella mediazione dei contrasti tra gli Stati cattolici. Anche questo tramontò con la Rivoluzione francese e l’impero di Napoleone Bonaparte, alla cui incoronazione presenziò, sì, il romano sommo pontefice, ma come decorativo prigioniero a Parigi. Napoleone, infatti, la corona se la mise in capo da sé. È l’alba del Risorgimento italiano, inaugurato dallo stesso Bonaparte a Milano nel 1805, ponendosi in testa, sempre da sé medesimo, la corona di re d’Italia. Per ricordare l’evento istituì l’Ordine della Corona di ferro, la cui associazione cavalleresca fa memoria dell’evento sabato prossimo. Dal successivo Risorgimento nacque il Regno sabaudo, che quando liberò Roma e la fece Capitale. “Allargò” il Tevere, con lo Stato laico in cui viviamo. Dopo il Concordato le due sponde si sono ristrette. Leone XIV si propone riacquistare il ruolo di mediatore nella politica internazionale ed il governo italiano lo appoggia, per riportare l’Urbe al centro dell’Orbe. Speriamo che Vladimir Vladimirovič Putin non equivochi, e faccia fallire tutto volendo imporre all’Ucraina un “patto leonino”.
Aggiornato il 22 maggio 2025 alle ore 10:13