Crosetto: “Netanyahu a Gaza si deve fermare”

Guido Crosetto rivendica l’amicizia con il Governo israeliano. Con un distinguo.  “Quello che sta facendo adesso a Gaza Benjamin Netanyahu deve essere fermato”. Lo afferma il ministro della Difesa, in un intervista al Corriere della Sera. “Noi siamo, da sempre, amici di Israele e sappiamo quanto sia profonda ancora oggi la ferita del 7 ottobre 2023 e quanto sia stata giusta, e legittima, la reazione anti-Hamas. Ma siamo sempre stati accanto anche al popolo palestinese con sostegni economici, umanitari, diplomatici, cercando di favorire la trattativa, anche mettendo a rischio la vita dei nostri militari per portare sostegni concreti e per la pace. Verso Israele siamo rimasti amici ma siamo sempre stati giusti (per dire: non esportiamo più materiali per gli armamenti, nonostante quanto dicono alcuni) e assai chiari: la linea del Governo italiano è e resta due popoli, due Stati”. Tuttavia, il ministro riconosce che Israele non abbia ascoltato molto il Governo italiano: “No. E Netanyahu, a mio personale avviso, sta sbagliando: ciò che sta facendo ora si deve fermare. È inaccettabile per i valori che vogliamo difendere”. Questo per due motivi, uno “chiaramente umanitario” mentre l’altro “è politico. Il Governo israeliano sta rafforzando Hamas. Ogni morte di un civile chiama un nuovo nemico, ogni uomo che ha perso figli o moglie o fratelli sarà pronto a odiare e combattere Israele per tutta la sua vita. Per odio. Si sta creando una drammatica spirale senza fine”.

Guardando agli altri scenari internazionali, Crosetto spinge sulla necessità di una difesa europea integrata: “Ci vorranno 7-10 anni, ma è indispensabile per avere anche le braccia per agire e non solo le parole”. Difesa europea che “immagino continentale e non limitata ai 27, allargata a Paesi come Gran Bretagna, Norvegia, Turchia, ai Paesi balcanici, che non vanno lasciati alla Russia”. Oggi Crosetto nell’Aula di Montecitorio ha risposto al question time. “Mi ritengo amico di Israele come della Palestina – ha detto – e distinguo Israele dalle scelte del governo attuale, che non condivido”. Il ministro ha anche parlato della prossima percentuale stabilita dalla Nato sulle spese per la Difesa in rapporto al Pil. “Non so quale sarà la scelta della Nato e del Governo, ma ricordo che Governi precedenti come quello di Giuseppe Conte accettarono il 2 per cento del Pil per le spese militari. Il ministro della Difesa prende ordini dal Parlamento, non decide su questo. Deciderà la Nato a fine giugno e poi, per l’Italia, il nostro Parlamento. Ci aspettiamo un valore tra il 3,5 e il 5 per cento”.

Aggiornato il 21 maggio 2025 alle ore 17:11