
Il Verfassungsschutz, servizio di intelligence per la protezione della Costituzione tedesca, ha recentemente classificato il partito politico Alternative für Deutschland (Afd) come “gruppo di estrema destra”.
L’attuale dibattito in Germania è davvero preoccupante e, a volte, grottesco. Su X, Georg Restle, conduttore di uno dei principali programmi di approfondimento politico della televisione pubblica tedesca (Monitor), ha sostenuto che “ai nemici della Costituzione non deve essere data alcuna piattaforma. Né nei talk show, né nel Tagesschau”. Il Tagesschau, il telegiornale più seguito in Germania, ha già annunciato che in tutti i suoi servizi futuri si riferirà all’Afd come a un “gruppo di estrema destra”. Per Restle, questo chiaramente non è sufficiente. Egli vuole che ai politici dell’Afd sia vietato parlare in televisione. E questo in un momento in cui tutti i sondaggi danno l’Afd come il primo o il secondo partito con più consenso in Germania.
L’aspetto più paradossale della discussione attuale è che quasi nessuno ha avuto occasione di esaminare il rapporto del Verfassungsschutz di 1.100 pagine, perché è riservato. I politici degli altri partiti non l’hanno visto, l’AfD non l’ha visto e nemmeno i giornalisti che ne scrivono l’hanno visto. Solo la rivista Der Spiegel sostiene di avervi avuto accesso.
Personalmente, ho una visione critica dell’Afd e della sua evoluzione negli ultimi dieci anni. Il partito è stato fondato su principi conservatori-liberali. Tuttavia, solo tre dei diciotto membri fondatori fanno ancora parte oggi del partito. Molti di loro hanno lasciato l’Afd perché contrari al progressivo spostamento del partito verso destra. Sono passati in primo piano personaggi come Björn Höcke, influente presidente del partito nel Land della Turingia e sostenitore di idee anticapitaliste di destra, mentre molti economisti pro-mercato e conservatori moderati hanno lasciato il partito per frustrazione.
Ma non è necessario apprezzare l’Afd per contestare il modo in cui viene trattato il partito. Negli ultimi anni, le libertà civili sono state sempre più limitate in Germania. Un episodio degno di nota si è verificato quando Deutschland-Kurier, un portale di notizie vicino all’Afd, ha condiviso un’immagine photoshoppata del ministro dell’Interno Nancy Faeser. L’immagine ritoccata mostrava Faeser con un cartello che recitava: “Odio la libertà di parola!”.
In seguito è stato rivelato che l’immagine era stata manipolata. La foto originale, diffusa dal Ministero dell’Interno, era stata scattata in un’occasione diversa e molto più seria: la Giornata della Memoria. Nell’immagine originale, le parole sul cartello di Faeser dicevano: “Noi ricordiamo”. Un tribunale ha condannato il direttore David Bendels a sette mesi di reclusione con sospensione della pena per aver intenzionalmente creato e fatto circolare l’immagine manipolata, diffondendo così una “dichiarazione denigratoria e falsa” su un personaggio politico.
In un altro caso, la polizia si è presentata alla porta di un uomo alle 6 del mattino perché aveva condiviso su X un meme che definiva “idiota” il ministro dell’Economia Robert Habeck. Questi sono solo due esempi tra i tanti di come la libertà sia ora limitata in Germania, cosa che preoccupa molti tedeschi, e a ragione.
(*) Tratto dall’Istituto Bruno Leoni
Aggiornato il 12 maggio 2025 alle ore 13:11