
Il cardinale Angelo Becciu si fa da parte. “Avendo a cuore il bene della Chiesa, che ho servito e continuerò a servire con fedeltà e amore, nonché per contribuire alla comunione e alla serenità del Conclave, ho deciso di obbedire come ho sempre fatto alla volontà di Papa Francesco di non entrare in Conclave pur rimanendo convinto della mia innocenza”. Lo afferma il cardinale esautorato da Jorge Mario Bergoglio. Un giorno fa circolavano voci di un possibile passo indietro. È quanto hanno riferito fonti della Congregazione dei cardinali. All’interno del consesso dei porporati, Becciu avrebbe preso la parola per ribadire la propria innocenza e il suo diritto a entrare in Conclave. Ma di fronte alle due lettere di Papa Francesco che indicherebbero la sua volontà di non includerlo tra gli elettori, il cardinale avrebbe lasciato intendere di essere pronto a rinunciare alla sua battaglia. Una linea, questa, che però ancora non era stata suggellata da una comunicazione ufficiale, arrivata solo oggi. Secondo quanto si apprende il cardinale Becciu, nel suo intervento, avrebbe mantenuto il punto, sia sulla propria innocenza sia sul diritto di entrare in Conclave. Ma alla fine sarebbe prevalsa la decisione di fare un passo indietro “per il bene dell’unità della Chiesa”, come avrebbe detto ad alcuni porporati. Anche il Vaticano conferma che il caso Becciu è stato all’ordine del giorno del confronto di ieri mattina. “Se ne è parlato ma non c’è una delibera”, ha detto nel briefing il direttore della sala stampa vaticana Matteo Bruni, lasciando intendere che probabilmente non servirà un voto per decidere sul caso. “Il cardinale Becciu è una persona molto stimabile. Ma non è detto che una brava persona non possa fare del male. Non dico che Becciu abbia fatto del male, ma è da verificare. C’è stato un giudizio, ci sarà l’appello e voi sapete che finché non c’è la sentenza definitiva uno è innocente. Ecco verificheremo”, ha commentato il cardinale Giuseppe Versaldi.
Becciu è stato il protagonista del processo sulla malagestione dei fondi della Segreteria di Stato, a partire dalla vicenda del Palazzo londinese di Sloane Avenue. Il 22 settembre si aprirà il processo d’appello. Becciu ancora oggi ha proclamato la propria innocenza ma è stato condannato in primo grado a cinque anni e sei mesi di reclusione e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici per i reati di peculato e truffa aggravata ai danni della Santa Sede. Qualcuno dei porporati ha lasciato intendere che la vicenda non potrebbe essere chiusa del tutto. Becciu non entrerà in Conclave ma non è detto – è il ragionamento che lasciano trapelare alcuni cardinali – che la vicenda e la conseguente polemica resti comunque nell’aria, magari sotto altre forme. In questo caso, il Conclave comincerebbe in salita perché all’interno del collegio cardinalizio restano diversi esponenti che ritengono questo epilogo ingiusto. Becciu, fino a qualche giorno fa sicuro di essere ammesso tra gli elettori, puntava sul fatto che Papa Francesco, invitandolo agli ultimi concistori, il momento più alto della vita della Chiesa, di fatto lo avesse riabilitato. In ogni caso, l’altra questione sulla quale si faceva forza da un punto di vista del diritto canonico, era il fatto che Papa Francesco non avesse mai scritto, nero su bianco, che Becciu non dovesse entrare in Conclave. Poi il cardinale Pietro Parolin gli avrebbe mostrato quelle due lettere siglate “F”. Becciu avrebbe allora messo in discussione la propria volontà di andare fino in fondo nella battaglia. Poi ha registrato che i suoi principali sostenitori cominciavano a prendere le distanze. Di qui la decisione.
Aggiornato il 29 aprile 2025 alle ore 15:27