Meloni riceve Erdogan, un dialogo imprenditoriale

Pur essendo un summit imprenditoriale, il forum Italia-Turchia atteso oggi prevede un’agenda fitta di dossier strategici – dalla difesa alla gestione dei flussi migratori – per il quarto vertice intergovernativo tra Roma e Ankara. A ospitarlo è Villa Doria Pamphilj, dove la presidente del Consiglio Giorgia Meloni si prepara a ricevere il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, in un incontro che punta a rafforzare il partenariato tra i due Paesi e a consolidare la cooperazione su più fronti, anche alla luce degli equilibri geopolitici in continua evoluzione. Previsto inizialmente per il primo pomeriggio, l’intervento congiunto dei due leader al Forum di dialogo imprenditoriale Italia-Turchia, in programma all’hotel Parco dei Principi, è stato posticipato dalle 15 alle 17 per “sopraggiunti impegni” del presidente turco, che visiterà il Vaticano e poi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, spiegano fonti ufficiali.

Nel 2024, l’interscambio commerciale tra Roma e Ankara ha toccato quota 30 miliardi di euro, con un incremento del 15 per cento su base annua. Una crescita che le due delegazioni intendono consolidare attraverso una serie di intese che spazieranno dall’energia alle infrastrutture, dalla difesa al digitale, includendo anche la cooperazione aerospaziale, il contrasto al traffico di beni culturali e lo sviluppo di progetti sociali comuni. Non manca lo sport tra gli ambiti di collaborazione: Italia e Turchia ospiteranno insieme gli Europei di calcio del 2032. Al Forum imprenditoriale parteciperanno oltre 500 aziende, con la presenza di realtà italiane come Leonardo, Sparkle, Confindustria Assafrica & Mediterraneo, Sace, Cdp e Simest. In programma diversi panel tematici: dalle infrastrutture all’energia, dalla manifattura avanzata alla difesa, settore per il quale è previsto un incontro bilaterale tra i direttori nazionali degli armamenti.

Sul fronte politico, il vertice arriva in una fase cruciale per gli equilibri internazionali. Per l’Italia, Ankara è un interlocutore imprescindibile: seconda forza militare della Nato dopo gli Stati Uniti, la Turchia è attore centrale nei teatri di crisi in Ucraina, Medio Oriente e Nord Africa. “Dalla caduta di Assad, 200mila siriani sono rientrati in patria dalla Turchia”, ha appena annunciato Erdoğan, rivendicando il proprio ruolo nella gestione dei flussi regionali. Un tema che tocca da vicino anche Roma: già nel bilaterale di gennaio a Istanbul, Meloni aveva ottenuto il sostegno turco per arginare i flussi migratori dalla Libia, nel tentativo di replicare i risultati ottenuti sulla rotta Turchia-Italia. “La cooperazione su questo fronte — ricordano fonti italiane — ha permesso di ridurre drasticamente negli ultimi anni i flussi migratori irregolari”.

Ma la visita di Erdoğan nella capitale italiana non manca di suscitare polemiche. Dall’opposizione italiana si alzano voci che chiedono a Meloni di porre il tema dei diritti umani sul tavolo del confronto. A far eco, anche il leader dellopposizione turca, Ozgür Ozel, che al Corriere della Sera lancia un appello diretto alla coscienza democratica dell’Italia: “Erdoğan domani dirà che in Turchia c’è una democrazia e che non c’è una svolta reazionaria in corso. Se riesce a far credere questo ai politici e al popolo italiano, allora potrà anche dire che la Torre di Pisa è dritta. Invece è vero che nel nostro Paese c’è stato un colpo di Stato”. Ozel prosegue, invocando una solidarietà reciproca fondata su valori comuni: “L’Italia è un Paese in cui la cultura della democrazia è molto radicata e Istanbul è una città che fu capitale dell’Impero Romano dOriente. Se oggi qualcuno imprigionasse il sindaco di Roma, noi lo sosterremmo e ci aspettiamo che gli italiani facciano lo stesso, che difendano la democrazia”, ha aggiunto il politico all’opposizione.

Aggiornato il 29 aprile 2025 alle ore 14:31