
Vincenzo De Luca è più vivo che mai. Lo stop della Corte costituzionale lo ha spiazzato – anche se già ieri l’altro tirava una brutta aria – ma non lo ha estromesso dai giochi. E il governatore della Campania tira dritto per la sua strada e in vista delle prossime elezioni Regionali. De Luca non ha alcuna intenzione di farsi da parte, puntando a far valere il suo peso (e il suo tasso di gradimento) nella coalizione di centrosinistra, specie nella scelta del candidato. Il giorno successivo alla sentenza della Consulta, che ha sancito l’incostituzionalità della norma voluta dal Consiglio regionale per consentirgli una nuova candidatura, De Luca ha riunito i fedelissimi a Palazzo Santa Lucia. Diverse le riunioni convocate a porte chiuse per definire la strategia nei mesi che precedono la fine della legislatura. Nessun passo indietro, anzi. In una nota ufficiale, il governatore ha ironizzato sul verdetto: “Dopo il pronunciamento dell’Alta, anzi Altissima Corte – dice – si apre in Italia una stagione politica di alto valore ideale, morale e istituzionale… Ma nessuno si faccia distrarre dal lavoro!”
L’amara ironia del governatore è stata accompagnata dall’affissione metaforica delle “20 tesi di De Luca” – punti operativi tra cui le liste d’attesa della sanità – in attesa della dieta di Worms del Partito democratico. Come a dire: a Palazzo Santa Lucia ora la priorità sono le cose da fare. Chi gli sta vicino lo descrive come “molto sereno e concentrato” sul lavoro da portare a termine in vista dei sette-otto mesi che lo separano dalla fine della legislatura, che rappresentano – sottolineano gli ambienti vicini – un tempo sufficiente per consolidare la propria eredità e pesare sulle scelte future. Il primo banco di prova sarà la riunione dei capigruppo della maggioranza, convocata per sabato mattina a Palazzo Santa Lucia. Un’occasione per tastare gli umori interni e valutare il grado di coesione della coalizione. Tra le ipotesi in campo, resta sul tavolo anche quella di una lista autonoma targata De Luca, in appoggio a un candidato di sua stretta fiducia, qualora venisse meno un’intesa con il centrosinistra. Uno scenario che molti giudicano rischioso per la tenuta del campo largo.
Per evitare una spaccatura, è già partita la mediazione. Nel pomeriggio, le principali componenti del centrosinistra si sono incontrate nella storica sezione napoletana del Pci, intitolata ad Aurelio Spoto. Presenti anche Roberto Fico, nome accreditato tra i possibili candidati, e il commissario regionale del Pd Antonio Misiani. Quest’ultimo, ha indicato come riferimento il modello Napoli, sottolineando tuttavia che non è questo “il momento dei nomi, quanto dei programmi”. Misiani ha aperto a un coinvolgimento di De Luca nel confronto politico: “Lui è un nostro iscritto, con lui ci confronteremo sul futuro della Campania”. Da Palazzo Santa Lucia trapela una linea chiara: nessun nome in campo, ma programmi in grado di garantire continuità amministrativa rispetto al decennio delucano. Una visione che trova ascolto anche al Nazareno, dove si prepara l’invio a Napoli – lunedì prossimo – di Igor Taruffi, responsabile nazionale dell’Organizzazione Pd, e di Davide Baruffi, delegato per gli Enti locali.
“Ora serve aprire una nuova pagina partendo dall’esperienza di questi dieci anni di De Luca alla Regione, e costruire un fronte progressista”, è l’indicazione di Francesco Boccia. Sulla stessa linea anche il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, tra i possibili pontieri nel dialogo con il governatore: “Costruire una coalizione ampia partendo dai contenuti”, ha detto, in quella che appare una convergenza implicita con le condizioni poste da De Luca.
Aggiornato il 11 aprile 2025 alle ore 14:43