
I presidenti di Veneto e Friuli-Venezia Giulia vivono, tra delusione e voglia di rilancio, situazioni opposte. Luca Zaia e Massimiliano Fedriga tuonano dopo il “no” della Consulta al terzo mandato di Vincenzo De Luca alla guida della Regione Campania. “Regole per tutti o per nessuno”, sottolineano i due governatori leghisti. In un’intervista al Corriere della Sera, il presidente del Veneto esprime tutta la sua amarezza. “Arrabbiato dopo la Consulta? Assolutamente no, non mi aspettavo onestamente un colpo di scena. Trovo però ipocrita questo modello tutto italiano per cui esistono limiti di mandato solo per alcuni presidenti di Regione e alcuni sindaci”. Zaia sottolinea polemicamente che “ci troviamo oggi con solo 15 presidenti di Regione su 21 che hanno il limite, gli altri sei possono continuare il loro lavoro. E lo stesso dicasi per i sindaci. Se hai fino a 14.999 abitanti non c’è lo stop”.
Secondo il governatore, “la motivazione di una parte della politica, che si concentri troppo potere, è inaccettabile. Offende me e offende i cittadini, che non sono degli idioti e sanno scegliere se confermare o mandare a casa un amministratore. Certo che si può lasciare. Le leggi vanno rispettate. Ma in democrazia è ancora concessa la libertà di espressione. I limiti o valgono per tutti o per nessuno. Il popolo deve sentirsi rappresentato. Impedire ai cittadini di scegliere è una grave limitazione”. De Luca “l’ho incrociato al Vinitaly, ma non ho mai parlato con lui di questa vicenda, e men che meno fatto strategia con lui”. Adesso “penso che Matteo Salvini e Alberto Stefani (uno dei vicesegretari della Lega, ndr) faranno la battaglia perché non cambi nulla. Non è lesa maestà chiedere che il Veneto rimanga leghista. Girano ragionamenti su quanti assessori toccheranno alla Lega e quanti a Fratelli d’Italia? Sì, ma prima bisogna prendere i voti. In troppi se lo dimenticano”.
Zaia replica ai cronisti a proposito delle ipotesi di date per le prossime consultazioni regionali. “Sento dire che Zaia deve convocare le elezioni. Dico che si va a votare secondo quanto è previsto dalla legge. I tecnici hanno tutto il tempo e vogliono una risposta dal Consiglio di Stato rispetto a quale delle due norme va rispettata”. Il governatore evidenzia: “La legge regionale dice che le elezioni si convocano nella finestra primaverile; la legge nazionale dice che si convocano entro 60 giorni dalla fine del quinto anno di amministrazione. I nostri tecnici dicono che dobbiamo chiarire quale delle due va bene, visto e considerato che noi abbiamo questa finestra strana causa Covid, e quindi scadiamo a settembre 2025”. Secondo Zaia, “i tecnici dicono che se non le convochiamo in primavera potrebbe essere che a elezioni fatte qualcuno che le ha perse le impugna e ci fa tornare ad elezioni, e viceversa”. Sui tempi per la convocazione, secondo il presidente veneto “il Consiglio di Stato nel giro di una, due settimane, ai primi di maggio, dovrà dare una risposta. Da maggio per convocare le elezioni ci si mette veramente poco. A me spiace che si prendano in giro i cittadini”.
Con uno stato d’animo diverso, anche Fedriga risponde alle domande dei giornalisti sul terzo mandato. “Mi piace molto – rimarca – fare il presidente di Regione e rispondere alla mia terra. La Corte Costituzionale sancisce che le Regioni a statuto ordinario devono stare dentro i principi previsti dalla norma nazionale, quindi il limite dei mandati, ed esclude le Regioni a statuto speciale, quindi anche il Friuli-Venezia Giulia, dal limite dei due mandati. Adesso sarà il Consiglio regionale a occuparsene, spetterà alla volontà dei consiglieri se approvare il terzo mandato”. Fedriga puntualizza: “Vedremo come si evolve tutto. Ritengo giusta la norma del terzo mandato, perché i cittadini possano scegliere. Comunque, non è che chi ha fatto il secondo mandato viene automaticamente eletto al terzo. Semplicemente viene sottoposto di nuovo alla volontà popolare”. Il governatore aggiunge: “Ad oggi mi piacerebbe candidarmi. Questo non vuol dire che la coalizione decida di candidarmi, ma si va all’interno di quei normali processi democratici che ci sono, senza un blocco anteriore per legge, che non permette ai cittadini di scegliere”.
Aggiornato il 11 aprile 2025 alle ore 13:54