
Sergio Mattarella ha reso omaggio alle 335 vittime dell’eccidio delle Fosse Ardeatine. Si tratta del più noto episodio della Resistenza di Roma avvenuto durante l’occupazione tedesca, nel corso della Seconda guerra mondiale. Il 23 marzo 1944, in via Rasella, un attacco di Gap (gruppi di azione patriottica) provoca la morte di 32 militi delle SS. Per rappresaglia a questo episodio, il comando tedesco ordina la fucilazione di 10 italiani per ogni tedesco ucciso. Il 24 marzo 1944 335 detenuti, tra politici, ebrei o semplici sospetti, prelevati dalle carceri di Regina Coeli e di Via Tasso, vengono condotti sulla Via Ardeatina, dove, tra le catacombe di Domitilla e di San Callisto, si trova un’antica cava di arenaria. Le vittime, con le mani legate sul dorso, vengono trucidate con un colpo alla nuca. A conclusione del massacro, le SS fanno saltare con la dinamite le volte della galleria, seppellendo i cadaveri e ostruendo gli accessi alla cava. Solo dopo la Liberazione di Roma è possibile esumare le salme dei caduti ed accertarne l’identità. Tra essi, uomini d’ogni età e ceto sociale. Vengono identificati 73 ebrei e diverse nobili figure di patrioti: tra questi il colonnello Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo, il partigiano Pilo Albertelli e un sacerdote, don Pappagallo. Un manifesto, affisso nei giorni della liberazione per le vie di Roma, ricorda: “Presso le tombe dei martiri cristiani altre tombe si sono aperte per i martiri della Patria. Questi e quelli morirono per la libertà e la dignità dello spirito contro la pagana tirannia della forza brutale”.
Stamattina, il capo dello Stato ha deposto la corona d’alloro durante la cerimonia per l’ottantunesimo anniversario della strage nazifascista. Il presidente della Repubblica è stato accompagnato dal ministro della Difesa Guido Crosetto, dal presidente della Camera Lorenzo Fontana, dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri, dai vertici delle forze armate, e dal presidente dell’Associazione italiane famiglie dei martiri italiani, Francesco Albertelli. Tra gli altri, presenti alla commemorazione al mausoleo a Roma, anche la vicepresidente del Senato Licia Ronzulli; il presidente della regione Lazio Francesco Rocca; il presidente del Consiglio regionale del Lazio Antonello Aurigemma; il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni; la presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane Noemi Di Segni; il presidente della Comunità ebraica di Roma Victor Fadlun. Sono state poi nominate le 335 vittime. Per Roberto Gualtieri, “abbiamo il dovere di ricordare, abbiamo il dovere di guardare quegli occhi, quei volti, uno a uno di quelle 335 vittime: innocenti, civili, militari e esponenti della resistenza, ebrei, comuni cittadini, che da una furia omicida furono selvaggiamente trucidati dai nazisti, con la collaborazione attiva dei fascisti in uno dei crimini più efferati e feroci della guerra”. Per Gualtieri si tratta di “una ferita che rimarrà per sempre la nostra città. Ricordare è un dovere. Perché solo con la memoria noi possiamo essere uniti come comunità, e andare avanti sulla base dei valori su cui è nata la democrazia costituzionale: antifascismo, resistenza, ripudio di quei crimini, di quella concezione della politica e della violenza che ci hanno fatto cambiare. Ci hanno fatto essere una società migliore. Ma una società migliore può essere tale se ricorda, non dimentica mai e ricorda sempre come si è potuto arrivare a quella abisso di orrore”.
Anche per Francesco Rocca, “c’è bisogno di ricordare, c’è bisogno di non dimenticare. Troppi orrori oggi ancora accompagnano il mondo, e queste sono occasioni per riflettere. Sono contento anche di aver visto tantissimi giovani perché questo sacrificio sia un patrimonio che le giovani generazioni facciano loro, sentano quanto è importante la libertà, lottare per la libertà e il rispetto della vita umana”. In una nota, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, sostiene che “ciò che accaduto il 24 marzo di ottantun’anni fa rappresenta una delle ferite più laceranti inferte a Roma e all’Italia intera. L’eccidio delle Fosse Ardeatine, perpetrato dalle truppe naziste di occupazione come azione di rappresaglia per l’attacco partigiano di via Rasella, è una delle pagine più dolorose della storia nazionale ed è compito primario delle Istituzioni, ad ogni livello, raccontare quello che è accaduto e trasmettere in particolare alle giovani generazioni la memoria di quei fatti”.
La premier sottolinea: “In questa giornata, rendiamo omaggio alle 335 vittime di quell’indicibile massacro e rinnoviamo l’impegno per custodire e proteggere i valori di libertà e democrazia su cui si fonda la nostra Repubblica”. Il presidente del Senato Ignazio La Russa scrive sui social. “Rendiamo un deferente omaggio alle 335 vittime dell’eccidio delle Fosse Ardeatine. Una tragedia – sottolinea – che richiama tutti ai valori fondamentali della democrazia, della libertà e della dignità umana. Il massacro nazista, avvenuto il 24 marzo 1944, è tra i più atroci della nostra storia e deve restare impresso nella memoria collettiva affinché simili barbarie non si ripetano mai più”. Per Lorenzo Fontana, “tramandare e onorare la memoria delle 335 vittime dell’eccidio nazifascista delle Fosse Ardeatine è un dovere morale e civile. Fu un crimine atroce e di inumana crudeltà, che ha segnato una delle pagine più dolorose della nostra storia. Custodire il ricordo è fondamentale per riaffermare, ogni giorno, i valori della libertà, della democrazia e del rispetto della dignità umana”.
Aggiornato il 24 marzo 2025 alle ore 14:05