Guido Crosetto si dice favorevole alla reintroduzione “dell’immunità parlamentare”. Lo sostiene il ministro della Difesa nel corso di un’intervista al Corriere della Sera. A suo avviso, “serve un grande patto istituzionale tra poteri per far cessare la Guerra dei trent’anni”. Tuttavia, Crosetto non si ritiene “particolarmente colpito da ciò che accade. Non parlo di atteggiamenti della magistratura in generale, ma di sue frange, pezzi di correnti che pensano che il potere legislativo e esecutivo debbano essere sottoposti a una sorta di controllo e autorità morale che si sono auto-attribuiti, tenendo sotto scacco gli altri”. Quanto alla volontà di ripristinare l’immunità parlamentare afferma: “Lo dico io che non sono parlamentare e non ne usufruirei, ma se la nostra Costituzione è considerata la più bella del mondo, perché quella è l’unica parte che è stata cassata? Era uno dei capisaldi dell’equilibrio tra poteri. In tutte le nazioni chi esercita funzioni così delicate gode, finché dura il mandato, di una protezione”. Poi aggiunge: “Vorrei che ogni potere avesse i suoi compiti e limiti. Non solo un esecutivo rapido, e pronto a decidere, ma un Parlamento non ridotto, come è da troppi anni, a fare il passacarte di decreti legge, bensì un organo ‘davvero’ legislativo e di controllo”.
Frattanto, alla sala stampa della Camera la Fondazione Luigi Einaudi ha presentato il disegno di legge sull’immunità. Una modifica dell’articolo 68 per ripristinare il fatto che “nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a procedimento penale”, senza una autorizzazione della Camera alla quale appartiene. “La nostra – ha sottolineato Giuseppe Benedetto, presidente della Fondazione – è una iniziativa di taglio culturale. Ora capiamo se si trasferirà in un percorso parlamentare” o si procederà con l’iniziativa popolare ma in ogni caso “stiamo provocando un bel dibattito”. Presenti all’incontro anche i capigruppo al Senato Massimiliano Romeo della Lega e Maurizio Gasparri di Forza Italia, il sottosegretario Andrea Ostellari, il portavoce azzurro Raffaele Nevi, i senatori leghisti Claudio Borghi e Alberto Bagnai. “Il fatto che si sia aperto il dibattito è un passo in avanti verso quella che dovrebbe essere – ha detto Romeo – l’indipendenza delle politica. Può essere un’occasione per stemperare i conflitti tra poteri: le istituzioni devono cercare di evitare questi continui battibecchi, scontri istituzionali che avvelenano il clima”. E a chi gli chiede dell’intervista del ministro Crosetto sul tema ha replicato: “È un tema trasversale, non di appartenenze politiche”. Per Gasparri. “è una tematica storica di difficile soluzione ed è bene che sia una fondazione culturale a porre il tema”.
Aggiornato il 05 febbraio 2025 alle ore 17:43