Secondo Marco Minniti “è giusto fare accordi con la Libia”. Lo sostiene, intervistato dal Corriere della Sera, l’ex ministro dell’Interno del Governo Gentiloni. Come scrive il quotidiano di Via Solferino, “avendo sperimentato il contesto sulla propria pelle di ministro dem nel 2017, Minniti tende, com’è logico, a contestualizzare. Osteggiato dal suo stesso partito per l’intesa con guardacoste e capitribù libici, che pure evitò all’Italia uno tsunami di sbarchi, ha chiuso con la politica (“da non pentito”) e presiede la Fondazione Med-Or, relazioni internazionali al top, “un ponte di soft power in un mondo dove sembra prevalere l’hard power”. Un fatto è certo, per Minniti: “La Libia era ed è una questione di interesse nazionale al suo livello più alto. La sicurezza nazionale, cioè l’incolumità anche fisica di ogni cittadino. Un pezzo grande di sicurezza nazionale si gioca fuori dai confini nazionali”. Chi ha sbagliato nel pasticcio su Osama Njeem Almasri? “Avrei utilizzato sin dall’inizio il tema della sicurezza nazionale: è netto”. Quanto al modello Albania, Minniti dice: “A situazioni strutturali non puoi opporre misure emergenziali. Devi coinvolgere i Paesi di partenza. Peraltro, gli accordi bilaterali, discutibili o meno, non solo con la Libia ma anche con la Tunisia o la Costa d’Avorio, hanno funzionato. Il rapporto con l’Africa è strategico”.
A Minniti piace il Piano Mattei ideato dal Governo Meloni. “Assolutamente sì. È l’intuizione giusta. Concentrerei tutte le mie risorse finanziarie e politiche per farne un piano europeo”. E riguardo agli attacchi al procuratore di Roma Francesco Lo Voi afferma: “Non si deve mai dare un messaggio di dagli all’untore. E mi auguro un cessate il fuoco nella guerra tra politica e magistratura. Credo però che davanti a un esposto non sia automatica l’apertura di un’indagine, si valuta la congruità”. Frattanto, venti migranti, fra cui 5 donne e 2 minori, sono stati rintracciati, dai carabinieri, subito dopo lo sbarco al Porto nuovo di Lampedusa. Il gruppo, composto da somali, egiziani, ghanesi, pakistani, ivoriani e siriani, ha riferito d’essere partito dalla Libia. Ieri, sulla maggiore delle isole Pelagie, ci sono stati tre approdi per un totale di 153 persone. In serata, 73 sono stati subito trasferiti con il traghetto di linea Las Palmas che è giunto all’alba a Porto Empedocle; nella struttura di primissima accoglienza restano, al momento, 101 migranti.
Aggiornato il 04 febbraio 2025 alle ore 17:14