Cui Prodest?

La prima reazione alla Notitia criminis, cioè all’avviso di garanzia notificato a Giorgia Meloni e altri ministri del Governo, mi ha fatto sorridere, ma poi la cosa è risultata talmente seria e drammatica da doverla approfondire. Tralasciamo il discorso di un atto dovuto del procuratore Francesco Lo Voi, anche se non è proprio così, in quanto il procuratore avrebbe dovuto e potuto dare corso a una serie di indagini al momento della ricezione della denuncia dell’avvocato Luigi Li Gotti, famoso difensore di Tommaso Buscetta, Giovanni Brusca e altri pentiti di mafia. Ridicola perché non si tratta di un rinvio a giudizio ma solo di una notifica di un reato per favoreggiamento e peculato e la procedura sarebbe lunga e complicata a cominciare dal coinvolgimento del Tribunale dei ministri. In un programma televisivo di diversi anni fa, il celebre giornalista Antonio Lubrano, a difesa dei cittadini, si poneva il quesito: “Cui prodest?”.

Sono passati trent’anni da quella trasmissione ed io, di fronte ad accadimenti strani, in apparenza senza alcuna motivazione, non ho mai perso l’abitudine di farmi la stessa domanda: a chi giova tutto questo? Le mie umili osservazioni nascono dall’esperienza di ex magistrato onorario presso il Tribunale di Latina e ancora vicepresidente di sessione presso la Corte di giustizia tributaria di Roma e Latina. Va premesso che la moglie di Cesare non deve soltanto essere, ma anche apparire onesta: al pari, la magistratura deve essere al di sopra delle parti e anche apparire come tale. Il magistrato, all’atto della nomina, fa un preciso giuramento di essere imparziale, competente, onesto, ma soprattutto di essere fedele allo Stato e quindi ai cittadini. Sicuramente i magistrati sono persone, e come tali, possono avere un’inclinazione culturale, ideologica, politica, come tutti.

Ma ciò non deve determinare o influenzare la propria simpatia o, peggio, il giudizio su una determinata causa. Attenzione non sono e non intendo fare il politico ma sicuramente sono dalla parte dei cittadini, che non riescono a capire questa vicenda. È chiara l’azione della magistratura vista come reazione dei magistrati alla separazione delle carriere. A parte il fatto che alcuni magistrati si dimenticano troppo spesso che non sono al di sopra dei cittadini e che non sono un altro potere, ma come il Parlamento deve legiferare, i magistrati hanno il compito solo di giudicare. Se i magistrati intendono fare politica, basta che si spoglino della toga e si facciano eleggere in Parlamento. A fronte di magistrati che sono stati uccisi perché applicavano le leggi, da Giovanni Falcone a Rosario Livatino, di fronte a centinaia di magistrati che quotidianamente lavorano in silenzio, come dovrebbero, e ho conosciuto tanti seri magistrati che avevano innato il senso del dovere. Poi ci sono altri magistrati che non rifuggono alle telecamere, anzi.

Ci sono magistrati che si sentono o appaiono come star forse si dimenticano di essere semplici funzionari dello Stato e devono rendere conto del loro lavoro, della loro produttività allo Stato che li paga e ai cittadini. Vorrei chiedere a tali personaggi, quante sentenze depositano ogni anno? E addirittura entro quali termini? Perché al sottoscritto consta che, non essendovi nessuna sanzione disciplinare e economica a carico dei magistrati ordinari che tributari, si verifica che addirittura dopo anni non vengono depositate le sentenze civili né quelle penali né tantomeno quelle tributarie. E questo è un danno non da poco per il cittadino che è costretto a pagare due volte, quando come succede da anni, la Corte di Strasburgo condanna lo Stato italiano al pagamento di milioni di euro per ritardata o denegata giustizia. Quindi se l’Associazione magistrati vuole dare conferma di un segnale concreto, vuole avere visibilità e veramente ridurre il distacco sempre più profondo tra cittadini e magistratura, tra Paese reale e Paese legale, se vogliono fare una protesta, allora si adoperi a produrre di più nell’interesse dello Stato e dei cittadini, riducendo i tempi per la definizione delle cause.

Aggiornato il 31 gennaio 2025 alle ore 10:15