Tutto questo “agitarsi” all’inseguimento di un mitico “centro” e un polo di cattolici impegnati a fianco e/o in alternativa al Partito democratico di cui si sa con certezza solo quello che non è. Se è con questo pio-pio, bau-bau, miao-miao, bla-bla che si pensa da una parte di scalzare il Governo Meloni, dall’altra di recuperare almeno una parte di quel 50 per cento di elettorato che rinuncia a votare, ci si illuda pure. Qualcuno, il più abile, il più furbo, si garantirà qualche sgabello o un posto laterale come in passato: sopravvivenza fine a sé stessa. Nulla più che il galleggiare in una morta gora. Consapevole o no che sia, Romano Prodi in un colloquio con Corrado Formigli a Piazza pulita, su La7, mette il dito nella piaga: riferendosi al Pd e ai due appuntamenti a Milano e Orvieto a cui ha preso parte, dice che finalmente è venuto il momento di discutere, dialogare, confrontarsi, perché questa è l’essenza e il nutrimento della democrazia. Tutto giusto; ma se è giunto il tempo, significa che finora la discussione, il dialogo, il confronto non ci sono stati, o non sono stati sufficienti. Un rimprovero-messaggio chiaro diretto a Elly Schlein e al suo entourage. Ma è un discorso che non vale, evidentemente, solo per il Pd.
Aggiornato il 23 gennaio 2025 alle ore 10:29