Bocciato il referendum abrogativo. La legge Calderoli è salva, grazie alla decisione della Corte costituzionale di non far passare il quesito promosso per far cadere la norma sull’autonomia, che ha polarizzato il dibattito nazionale non poco tempo fa. La Consulta ha approvato invece i cinque punti del referendum promosso da +Europa e dalla Cgil, riguardanti temi come la cittadinanza per gli extracomunitari e la disciplina del lavoro. Il quesito sull’autonomia regionale, simbolo delle battaglie della Lega, è stato dichiarato inammissibile. Secondo gli 11 giudici (invece di 15), la formulazione del referendum non garantiva una comprensione chiara e consapevole da parte dell’elettorato. “L’oggetto e la finalità del quesito non risultano chiari”, ha affermato la Corte, aggiungendo che il tema può essere affrontato solo attraverso una revisione costituzionale e non tramite abrogazione referendaria. La decisione è un sollievo per l’Esecutivo di Giorgia Meloni, che ora può rivedere la legge Calderoli senza lo spettro di un pronunciamento popolare. Tuttavia, le tensioni interne alla maggioranza restano evidenti, soprattutto riguardo ai livelli essenziali di prestazione (Lep), che devono essere ridefiniti per garantire un’equa distribuzione dei servizi su tutto il territorio nazionale.
Fin dalla sua promulgazione, la legge Calderoli aveva diviso l’Italia. Quattro Regioni a guida centro sinistra avevano contestato la legittimità della norma, portandola davanti alla Consulta. Nelle sue motivazioni precedenti, la Corte aveva già segnalato l’impossibilità di trasferire competenze su settori strategici come energia, trasporti e istruzione. Ora il Governo deve lavorare a una nuova proposta che, oltre a rispettare le indicazioni della Corte, eviti ulteriori spaccature – concrete e percepite – tra nord e sud e, soprattutto, tra gli stessi alleati di maggioranza. Il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha accolto con favore il pronunciamento, sottolineando come l’autonomia “prosegua nel pieno rispetto della Costituzione e del principio di unità nazionale”. Soddisfatto anche Attilio Fontana, governatore della Lombardia: “La Corte ha smontato il tentativo di creare una contrapposizione artificiosa tra nord e sud”.
Accanto alla bocciatura dell’autonomia differenziata, la Consulta ha approvato altri cinque quesiti referendari. Tra questi, il più discusso riguarda la proposta di +Europa sulla cittadinanza per gli extracomunitari. Il quesito mira a rendere più accessibile il riconoscimento della cittadinanza, eliminando i lunghi tempi di permanenza richiesti e snellendo le procedure. “Una misura che rende gli immigrati partecipi della sfida sul futuro dell’Italia”, ha commentato Benedetto Della Vedova, deputato di +Europa. Gli altri quesiti approvati, promossi dalla Cgil, si concentrano su temi lavorativi cruciali: la revisione del Jobs Act, l’indennità di licenziamento nelle piccole imprese, i contratti a termine e la responsabilità solidale negli appalti.
Aggiornato il 21 gennaio 2025 alle ore 10:27